L’Arci caccia Abruzzo rivolge un appello alla Regione che recentemente ha autorizzato il controllo alla specie cinghiale, sia pure con modalità che di fatto non permetteranno abbattimenti.
«Visto l’esiguo numero di persone autorizzate a poter operare, – dice appunto l’Arci Caccia regionale – riteniamo sia un provvedimento assolutamente insufficiente. Alla luce dei dati sui danni all’agricoltura, degli incidenti stradali provocati dalla fauna selvatica in particolare della specie cinghiale, al nuovo allarme legato alla malattia della peste suina africana, che potrebbe arrecare ingenti danni all’economia, agli allevamenti dei suini e alla salute, considerate le autorizzazioni di alcuni Prefetti, chiediamo, prima che sia troppo tardi, di mettere i cacciatori nella possibilità di poter essere utili al paese.
Ci uniamo al grido d’allarme e d’aiuto espresso dalle associazioni agricole e dalla società civile. Esortiamo la Regione Abruzzo a fare di più per la mitigazione del problema cinghiale, auspicando che l’attività venatoria possa essere al più presto riavviata tutta, nel rispetto delle leggi e delle prescrizioni dettate dal governo in merito al contenimento dei contagi da covid».