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  • Pedinamenti e molestie, molisano denunciato per stalking

    Per il reato di stalking i  militari del N.O.R., hanno denunciato un 50enne di Isernia, il quale è stato riconosciuto responsabile di una serie di atti persecutori nei confronti di una 30enne, anch’essa del luogo, con la quale aveva intrattenuto una precedente relazione sentimentale. Secondo quanto accertato dai Carabinieri, l’uomo aveva attuato una vera e propria forma di persecuzione nei confronti della vittima, attraverso una serie innumerevoli di molestie e gravi minacce, cagionando alla ragazza un perdurante e grave stato di ansia e di paura e ingenerando nella stessa un fondato timore per la propria incolumità. Il 50enne inoltre si appostava in vari momenti della giornata sotto casa della vittima, e seguendola a piedi o in auto ovunque andasse. La giovane donna è finalmente riuscita a denunciare la vicenda ai Carabinieri che in poco tempo hanno raccolto gravi indizi di colpevolezza nei confronti dello “stalker”. Anche in questo caso il tempestivo intervento degli uomini della “benemerita” ha restituito un minimo di serenità alla vittima dell’odioso reato introdotto da pochi anni nel Codice Penale. In caso di sentenza di condanna emessa a carico del responsabile la pena prevista va da sei mesi a quattro anni di reclusione.

    Un problema scottante ed attuale quale è lo “stalking”, a cui i Carabinieri stanno dedicando una particolare attenzione, proprio perché in molti casi la molestia assillante e vessatoria, produce stati di angoscia nelle vittime che la subiscono, purtroppo, nella maggior parte dei casi, risultano essere giovani donne. Il 25 novembre scorso, in occasione della “Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne”, istituita dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite, presso la Prefettura di Isernia, organizzato dal Prefetto Dr. Fernando Guida, si era tenuto un importante convegno proprio dedicato al delicato fenomeno, durante il quale era ancora una volta stata evidenziata l’assoluta importanza nel denunciare senza remore qualsiasi atto persecutorio e di violenza subito dalle donne, talvolta anche nel segreto delle mura domestiche.

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