«Una giornata memorabile, da incorniciare, quella vissuta a Capracotta. La Pezzata, la nostra sagra, la giornata dell’ospitalità, è tornata a far risplendere Prato Gentile con presenze che hanno superato ogni record. Dopo due anni di stop forzato, la nostra comunità si è riappropriata della sua più autentica e antica tradizione, dimostrando, ancora una volta, una straordinaria capacità organizzativa e un forte e radicato spirito di appartenenza. Grazie agli ospiti e ai tantissimi turisti che ci hanno onorato con la loro presenza e grazie ai tanti volontari che hanno permesso tutto ciò. Quello di oggi (ieri per chi legge, ndr) è davvero un bel segnale per una ripartenza vera e che ci incoraggia ad andare avanti».
Questo il commento di Candido Paglione, sindaco di Capracotta in occasione della Pezzata, la sagra più importante del Molise che si svolge sul pianoro di Prato Gentile la prima domenica del mese di agosto.
Era il piatto dei pastori impegnati nella transumanza. Ora è una prelibatezza per i più. E una pietanza che sa di casa per chi ha lasciato i monti dell’alto Molise per andare a lavorare, e a vivere, altrove. Dopo due anni di stop imposto dalle regole anti contagio, ieri a Prato Gentile è tornata la sagra della Pezzata. Record di presenze, anche perché ad alta quota si combatte meglio il caldo, e di entusiasmo. Un’edizione da incorniciare, simbolo di rinascita dopo il periodo buio della pandemia. Migliaia di turisti e capracottesi rientrati da ogni dove hanno affollato il pianoro dando soddisfazione agli organizzatori e allo sforzo dei tantissimi volontari che dalle prime luci dell’alba cominciano a lavorare.
«Dopo due anni di assenza ci voleva. Per l’economia locale, per rinverdire questa tradizione bellissima e per apprezzare la voglia di tutti questi ragazzi che sono venuti in gran numero a dare una mano. Il grazie – è il commento orgoglioso del presidente della Pro loco di Capracotta Tiziano Rosignoli – va anche agli anziani, non dimentichiamolo. Loro ci tramandano questa tradizione da oltre mezzo secolo. La cosa bella è proprio che ci sono ancora gli anziani e al contempo i giovani sono disposti ad apprendere e seguire i consigli per portare avanti questa che non è più solo una sagra ma è diventata una vera e propria festa della montagna».
A Prato Gentile anche molti rappresentanti delle istituzioni, fra cui il presidente della Provincia di Isernia Alfredo Ricci e la vice prefetto Giuseppina Ferri, oltre a diversi tra assessori e consiglieri regionali. Ma qual è il segreto del piatto?
«La carne deve essere eccezionale – ha spiegato uno dei volontari a Teleregione – e poi il saper fare, che vuol dire cuocerla in un certo modo, dosare gli odori in un certo modo e cuocerla per tanto tempo».
Cioè cinque ore, le prima caldaie sono state preparate e messe sul fuoco alle 7 ieri mattina. A mezzogiorno la pezzata era pronta per i piatti. «Ingrediente fondamentale è ovviamente la carne di pecora che acquista il suo gusto particolare grazie ai pascoli d’altura dove gli animali rassodano i loro muscoli (che diventeranno carne) brucando per chilometri nei prati montani quantitativamente meno ricchi dei corrispondenti di pianura ma qualitativamente molto più nutrienti», spiega il contributo di Antonio Monaco sul sito amicidicapracotta.com.
«La carne viene cotta in grandi paioli riempiti d’acqua. La prima operazione da compiere è la “schiumatura”, ovvero l’eliminazione del grasso in eccesso venuto a galla a seguito della cottura, dopodiché, oltre al sale, si aggiunge qualche patata (anche con la buccia) che continua ad assorbire il grasso rilasciato durante la lunga cottura (almeno 4 ore) e qualche pomodoro per dare colore al brodo senza renderlo, però, troppo rosso. Questa è la ricetta base. Variazioni sul tema contemplano l’aggiunta di altri odori come sedano, carote, cipolle e un pizzico di peperoncino». Carmine Carnevale, tornato per l’occasione dall’Inghilterra, ha confessato: «La ‘seguivo’ da lontano ma mi è mancata tanto. Ora sono venuto di persona ad assaporarla. È una giornata davvero da ricordare. Qui a Capracotta è tutto bello». Abitano meno lontano di lui altri capracottesi emigrati. «Purtroppo viviamo fuori, a Francavilla al mare e a Roma, ma il giorno della Pezzata siamo tutti qui, è un dovere» scrive il quotidiano PrimopianoMolise.
Altra prelibatezza proposta è il “boccone del pastore”. Anche in questo caso, lunga cottura e pazienza nel girare la pietanza per evitare che si attacchi. «Gli anni avanzano ma teniamo duro. Siamo contenti che tanti giovani ci siano una mano. Così la tradizione continua».