L’Arci Caccia esprime soddisfazione per l’approvazione del Piano Faunistico Venatorio Regionale in Abruzzo.
«Dopo quasi due anni di tira e molla, finalmente è stato approvato, con i toni trionfalistici dell’Assessore Imprudente, il PFVR; ciò che ci chiediamo, però, a questo punto è, se le modifiche contenute nel documento verranno immediatamente recepite o passerà ancora qualche anno».
Inizia così il commento della segreteria nazionale dell’Arci Caccia in merito all’approvazione del piano faunistico venatorio. «Se ad esempio le ZRC verranno riaperte o modificate già per il primo ottobre o se le zone di caccia al cinghiale assegnate alle squadre e ricadenti all’interno delle aree non vocate verranno riperimetrate o vivacchieranno ancora per un po’. Su questi aspetti, gli uffici regionali, anche per evitare problemi di sicurezza, dovrebbero dare rapide risposte. – continua la nota – A proposito degli uffici regionali è palese che l’epurazione di dipendenti non graditi, ma preparati, non ha certo portato gli effetti sperati. Su due stesure del calendario, una subito impugnata, l’altra assolutamente
tragicomica, con una apertura a cornacchie, gazze e ghiandaie. Una chiara presa in giro e una mancanza di rispetto per chi versa bei soldi nelle casse di stato, regione e atc (alcuni di quest’ultimi hanno pure pensato di aumentare la quota associativa del 50%). Tutto questo nel silenzio più assoluto da parte di quelle associazioni venatorie che, durante la precedente amministrazione regionale, erano ipercritiche e organizzavano marce di protesta con qualsiasi pretesto. Questo ci lascia due opzioni: o facevano semplicemente politica (in barba ai cacciatori) o la loro massima aspirazione era quella di cacciare gazze, cornacchie o ghiandaie. In un caso o nell’altro lo spettacolo è comunque triste».