Piano faunistico venatorio della Regione Abruzzo, De Masi: «Cinghiali, braccata game over».
Paolo De Masi, presidente nazionale del Movimento 5 Pil, contesta il nuovo piano faunistico venatorio in via di approvazione in Regione Abruzzo.
«Non sono state tenute in considerazione le istanze dei cacciatori e in particolare degli amanti della braccata, – esordisce De Masi – che rappresentano la tradizione venatoria della regione Abruzzo. I caposquadra regionali mi hanno telefonato e si preparano a dare battaglia in tutte le sedi competenti
supportati dai nostri legali ed esperti del settore. Tutto parte dall’emergenza cinghiali, ma da quando esiste questa emergenza o problema? Ebbene questo è uno dei temi di cui spesso si discute anche sui giornali. Si è arrivati a sostenere, nelle motivazioni del piano, che la caccia e la braccata in particolare sarebbero la causa dell’aumento dei cinghiali, e si citano spesso non meglio identificati studi scientifici, siamo certi finanziati da ambientalisti, a supporto di tale tesi. Ora vediamo un po di fare chiarezza visto che non la fa nessuno, né le associazioni venatorie, né gli Atc. – continua De Masi – Prima della legge istitutiva dei parchi, che ha vietato la caccia in Italia e in Abruzzo sul 40per cento del territorio agro-silvo-pastorale, esisteva questo fenomeno o problema dei cinghiali? La risposta è no. Quindi imputati principali sono: i Parchi, le riserve, le oasi di protezione e ogni altro luogo precluso alla caccia e chi li ha gestiti e gestisce. Se poi a questo aggiungiamo abbandono dei terreni montani e pedemontani, maggiore disponibilità di cibo, inverni più miti, ecco spiegate le cause dell’aumento dei cinghiali. Nel piano faunistico venatorio si scrive che la braccata sarebbe tra le principali cause dell’aumento dei cinghiali perché destrutturerebbe il branco e le femmine vanno prima in estro. È proprio vero che di caccia non tutti ne capiscono e di vita animale nemmeno. Ora, vogliamo fare una prova scientifica? Catturiamo in un parco un branco intero non destrutturato e analizziamo i dati. Sono pronto a scommettere che tutte le femmine del branco del peso superiore a 40 kg, nel mese di dicembre-gennaio, saranno tutte gravide, quindi indipendentemente dalla pressione venatoria. Sono state evidenziate nel piano faunistico due aree, una gialla non vocata, praticamente la maggior parte del territorio delle province di Chieti, Pescara e in parte Teram; ed una vocata, con il chiaro intento di favorire selezione e girata. Operazione che costituisce un pericoloso precedente, in quanto tende a dimostrare scientificamente che queste due forme di prelievo sono le migliori e quindi da estendere su tutto il territorio regionale e nazionale. Questo piano, a mio avviso, è il peggior piano faunistico venatorio mai visto e non affronta né risolve il problema nella maniera da noi auspicata. Ci riserviamo di proporre osservazioni e nuove prove scientifiche, invitando intanto l’assessore Emanuele Imprudente ad aprire un tavolo di confronto con il Movimento 5 Pil e i cacciatori».
Piano faunistico, De Masi: «Cinghiali, possiamo dire addio alla braccata»
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