E’ partita la fase delle medaglie, o meglio quella di intestarsi i meriti e di appuntarsi medaglie autoreferenziali sulla giacca. Ne è convinto il portavoce del comitato per la riapertura del viadotto Sente, l’ex comandante della Polizia municipale di Agnone, Giorgio Iacapraro. E’ proprio quest’ultimo a commentare le dichiarazioni considerate autoreferenziali, anche perché senza contraddittorio, del consigliere provinciale Vincenzo Scarano.
«Sono state dette cose che potevano benissimo essere fatte nel lasso di tempo di quasi cinque anni dalla chiusura del viadotto “Longo”. – spiega il portavoce del comitato che abbraccia componenti sia dell’Alto Molise e dell’Alto Vastese e che riuscì a raccogliere e depositare in Prefettura circa settecento firme per sollecitare la riapertura della struttura viaria proprio nell’immediatezza della sua chiusura al traffico veicolare – Fare certe affermazioni dopo cinque anni, prendendosi meriti personali e quasi in campagna elettorale, non ha fatto piacere ad alcuni del nostro gruppo».
E la sensazione si registra anche tra la popolazione, che rimane ancora scettica sull’inizio dei lavori di messa in sicurezza del viadotto. «Non capisco poi – riprende Iacapraro – per quale ragione non è stato mai menzionato il comitato per la riapertura del viadotto Sente. Neppure è stato detto che solo il nostro comitato, mai appoggiato dalle istituzioni, aveva prospettato sin dall’inizio una riapertura a senso unico alternato, con semafori collegati alle presunte pile pericolanti. Oggi, dopo cinque anni, Provincia e Anas accettano la proposta del comitato e Scarano vorrebbe prendersi anche i meriti».
Scarano, in realtà, ha citato diversi interlocutori, come il comitato “Articolo 32” guidato da Pompeo Petrella, le amministrazioni comunali di zona, compresa quella di Castiglione Messer Marino, in particolare il vicesindaco Felice Marco Nozzi, ma mai una parola spesa in favore del comitato guidato da Iacapraro, forse considerato una sorta di spina nel fianco per la Provincia di Isernia.
«E’ stato il nostro comitato, – chiude Iacapraro – che in solitari e sin dall’inizio ha lottato non solo per la riapertura del viadotto Longo, ma anche per la sua statalizzazione e soprattutto per lo sbocco verso il Sangro, per uscire dall’isolamento». Al netto dei meriti e delle medaglie, tuttavia, al territorio interessa una sola cosa: che il viadotto venga sistemato e riaperto al traffico nel minore tempo possibile.