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  • Ponte Sente, il comitato civico attacca: «Dalle due Regioni solo silenzio»

    Si torna a parlare, in realtà si fa solo quello da quattro anni ormai, del viadotto sul Sente, quello che collegava l’Abruzzo e il Molise “sorvolando” a quasi duecento metri di altezza il territorio comunale di Belmonte del Sannio. Il motivo è fornito dall’arrivo del nuovo Prefetto di Isernia, Franca Tancredi, ricevuta, nelle ultime ore, dal presidente della Provincia, Alfredo Ricci. Nel corso dell’incontro istituzionale e di cortesia il presidente dell’ente pentro ha sottoposto all’attenzione della Prefetto alcune tematiche che per la Provincia e per il territorio rappresentano delle criticità, anche se, importando un termine dalla medicina, sarebbe meglio definirle cronicità. Tra queste, in Alto Molise, la perdurante chiusura del viadotto tra l’Alto Molise e l’Alto Vastese.

    Il presidente della Provincia, Alfredo Ricci, e la nuova prefetto di Isernia, Franca Tancredi

    In passato la Prefettura pentra è stata investita della questione grazie alla presentazione, negli uffici territoriali del Governo, di oltre settecento firme raccolte dal comitato di cittadini guidato da Giorgio Iacapraro, ex comandante della Polizia municipale di Agnone. Settecento cittadini, ma soprattutto imprenditori al di là e al di qua del viadotto, quindi altomolisani e abruzzesi, hanno apposto la propria firma su una petizione finalizzata a chiedere la riapertura al traffico del ponte in attesa del lunghissimo iter che dovrebbe portare, non si sa quando, alla messa in sicurezza della struttura. Una richiesta motivata dalla necessità di porre un argine ai danni economici e sociali che la perdurante chiusura dell’importante via di collegamento tra due aree contigue sta continuando a causare.

    La chiusura della piscina ad Agnone, tanto per fare un esempio, dovuta all’aumento dei costi di gestione, ma principalmente al crollo del numero di iscritti, va ad inserirsi proprio tra gli effetti collaterali e avversi della chiusura del viadotto. Con il ponte aperto da Castiglione Messer Marino, in dieci minuti, si arrivava ad Agnone e i ragazzi che frequentavano la piscina erano tanti; con il viadotto chiuso al traffico quello stesso viaggio è di almeno mezz’ora, su una “mulattiera” in quota, tortuosa e pericolosa, e così le iscrizioni alla piscina calano e la struttura sportiva è costretta a chiudere.

    Un altro motivo per il quale il “tema” scottante del viadotto Sente torna di attualità è l’annuncio da parte della Provincia di Isernia, per bocca del consigliere delegato alla viabilità Vincenzo Scarano, di una serie di interventi manutentivi sulle strade dell’Alto Molise. Cantieri che sono già partiti o dovrebbero essere attivati appena nelle condizioni di tempo, anche meteorologico.

    Il presidente della Provincia e il consigliere delegato alla viabilità, Vincenzo Scarano

    Un’occasione colta al volo dal portavoce del comitato che si batte per la riapertura del viadotto Sente, Giorgio Iacapraro, che infatti spiega: «Tra i tanti finanziamenti annunciati dalla Provincia di Isernia in Alto Molise manca ancora la manutenzione del viadotto Sente-Longo. Pare vi sia solo un finanziamento per la ristrutturazione della provinciale alternativa, la vecchia arteria che non ha nemmeno le caratteristiche di una strada, anche a livello di segnaletica orizzontale, visto che siamo in montagna. Oggi si discute della riparazione del viadotto, – continua Iacapraro – perdendo l’occasione di finanziare più di ogni cosa il proseguimento della ex statale Istonia verso il Sangro».

    Il comitato civico consegna le firme in Prefettura a Isernia

    Un progetto, in realtà, del quale, nei mesi scorsi, ha parlato lo stesso consigliere provinciale Scarano. «Uscire dall’isolamento per le nostre aree interne e montane significa avere un futuro, – riprende Iacapraro – invertendo la tendenza demografica, con conseguenze positive, riferibili allo stanziamento di famiglie nei piccoli centri montani. Ben due Regioni, l’Abruzzo e il Molise, potrebbero fare la voce grossa con il Governo centrale. Da questi enti, invece, solo silenzio o proposte irricevibili».

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