Se n’era parlato a lungo e alla fine è arrivato: in Italia da oggi è obbligatorio il cosiddetto Pos. Da questa mattina, infatti, imprese, liberi professionisti e lavoratori autonomi devono essere dotati del Point of sale ovvero dell’apparecchio che consente al cliente di pagare utilizzando il proprio bancomat.
La faccenda, di cui si era parlato a lungo su scala nazionale, desta ancora qualche nervosismo. Subito, sulla nostra pagina face book, si sono scatenati i commenti di alcuni lettori che, indignati, hanno interpretato la norma come la solita strategia tutta italiana per impoverire i cittadini e fare arricchire le banche.
Noi abbiamo deciso di tastare il polso ad Agnone e di fare un giro random nei negozi del centro.
Ciò che viene fuori dalla nostra breve indagine è una fotografia eterogenea. Come ci si poteva aspettare, la maggior parte degli intervistati si dichiara contro: «Per un commerciante è oneroso fronteggiare il costo del Pos. Ci si aggiungano i costi di commissione. Insomma, già i guadagni sono quello che sono. Non riesco proprio a capire: perché complicarci la vita»?
Anche alcuni liberi professionisti sono della stessa opinione. A rispondere al nostro interrogativo per prima è un avvocato agnonese che spiega:«La maggior parte di noi legali molisani riesce a guadagnare parcelle di medio reddito. Inoltre, si consideri che noi veniamo pagati a fine giudizio. Questo vuol dire che per adeguarci noi dovremmo pagare il costo del pos, per utilizzare il servizio una tantum. È follia»!
D’altro canto c’è anche chi si dichiara d’accordo. Parla di «stare al passo con i tempi» il commercialista che abbiamo intervistato, il quale ha spiegato:«Io mi sono adeguato. Eccolo qui –dice indicando la macchinetta che sta facendo tanto discutere. Questa è una norma che va letta come una procedura per ridurre la circolazione del contante. Naturalmente non credo che tutte le imprese ne abbiano bisogno. Si pensi ad una ditta edile: chi pagherebbe una ristrutturazione con il bancomat»?
Anche alcuni artigiani sembrano approvare seppure con qualche remora: «Onestamente, non credo rappresenti un problema. Se questa apparecchiatura ci consentisse di avere meno a che fare con la burocrazia, sarei contentissimo. Naturalmente dovrebbe essere compito dello stato quello di abbattere i costi del servizio che oggigiorno non sono indifferenti».
Infine fa sorridere l’aspetto legale di tutta questa storia. A quanto pare, infatti, la legge obbliga tutte le categorie a dotarsi di un Pos senza punire i trasgressori che rifiutino di farlo. Un’intervistata sorridendo commenta: «Che buffonata»!
Giovanni Giaccio