Agnone del Molise (notevole città d’arte, di antica cultura e di origini sannite) ha accolto qualche mese fa un centinaio tra clandestini e rifugiati (in gran parte provenienti dall’Africa nera) frutto degli ultimi disperati sbarchi estivi dalla sponda sud del Mediterraneo. Tra loro giovani coppie, alcune delle quali hanno visto nascere in questo territorio molisano i loro bambini. Una di queste famiglie ha già avuto una parte significativa nel musical “Ogni uomo semplice” che ha debuttato al Teatro Italo-argentino il 4 ottobre 2014 e che continua ad avere grande successo anche in altri teatri, pure di fuori regione, realizzato con oltre 70 persone di ogni età dal locale Cenacolo Culturale Francescano “Camillo Carlomagno”.
Questo stesso Cenacolo organizza ormai da ben 55 anni quello che col tempo è diventato uno dei presepi viventi italiani più interessanti ed originali, poiché è recitato ed ogni edizione tratta un argomento di drammatica attualità, prendendo di volta in volta dalla cronaca anche internazionale il Gesù Bambino della Natività. Pure per questo il Presepe Vivente di Agnone del Molise ha guadagnato spesso la ribalta televisiva nazionale ed estera, specialmente quando, ad esempio, il bambino della capanna natalizia è stato quello appena nato sotto i bombardamenti di Sarajevo o il bambino kurdo gettato in mare dagli scafisti al largo della Puglia e salvato dalla Guardia di Finanza e, ancora, la bambina nata proprio durante le terribili scosse di terremoto de L’Aquila o durante l’alluvione del Piemonte oppure il bambino nero affetto da AIDS e via dicendo.
Storicamente i testi e la sceneggiatura sono opera di Giorgio Marcovecchio, mentre la regìa è di Giuseppe De Martino.
Le musiche sono in buona parte originali e i tanti attori recitanti a diverso tema, le centinaia di figuranti e persino gli animali usati durante la rappresentazione (realizzata sempre all’aperto e in qualsiasi condizione atmosferica, pure con la neve) sono tutti agnonesi, in una scenografia davvero toccante e commovente nel contesto ambientale della suggestiva notte del centro storico medievale oppure nei più ampi scenari della villa comunale.
Ogni edizione del presepe vivente avviene attorno alle ore 19, immediatamente dopo il fiume di fuoco della famosa ‘Ndocciata della Vigilia. Questa del 24 dicembre 2014 è la numero 55 ed avrà luogo in Largo Sabelli, meglio conosciuto come Piazza del Mercato, sotto l’imponente campanile della chiesa trecentesca di Sant’Antonio. Ha per titolo “Un clandestino di nome Gesù” ed il tema è quello evangelico dei diseredati, degli ultimi, dei perseguitati, dei profughi, di coloro ai quali viene negata persino la dignità umana ma anche di coloro che vengono uccisi e martirizzati. E’ un tema tanto attuale e tragico che talune organizzazioni internazionali hanno stimato in alcune centinaia di milioni le persone che, nel mondo, non risultano nemmeno iscritti all’anagrafe di alcun Paese: sono, quindi, dei senza-Patria, invisibili, inesistenti e senza diritti o doveri. Eppure nel 1948 l’O.N.U. (evocando valori evangelici e della rivoluzione francese del 1789) ha approvato la “Dichiarazione dei diritti umani” la quale, benché formalmente approvata da tutti gli Stati, resta inattuata o tradita in troppe Nazioni.
La 55ma edizione del Presepe Vivente di Agnone del Molise è dedicata ovviamente a tutti coloro che vengono considerati “clandestini” e non cittadini del mondo e patrimonio dell’Umanità. E questo evento agnonese intende ricordare specialmente i bambini che vengono uccisi o violati, come è appena accaduto in Pakistan, in Iraq, in Nigeria, in Kenia e come avviene in parecchie altre parti del mondo, vittime della crudeltà degli adulti i quali spesso si nascondono addirittura dietro false motivazioni religiose o fondamentalismi ideologici. In particolare, tale presepe del 2014 viene dedicato ai cristiani perseguitati ed uccisi in quei luoghi dove la pulizia etnica e religiosa s’illude di estirpare millenarie presenze, mai comunque eliminate completamente in 20 secoli di storia.
Il Cenacolo francescano agnonese, nello scegliere il tema dei “clandestini”, si è ispirato anche alla cosiddetta “teologia delle periferie” portata avanti con grande energia e desiderio di giustizia e di riequilibrio da Papa Francesco e, ovviamente, anche in omaggio alla presenza dei “clandestini” africani presenti nella città alto molisana. In loro onore sarà presente pure il cosiddetto “Sindaco del popolo e dei migrati”.
Domenico Lanciano