PALMOLI – Riceviamo e pubblichiamo dal responsabile di Matrix, Simone Caner, la cooperativa che gestisce i centri di accoglienza profughi nel Vastese, una nota a firma dal sindaco di Palmoli, Giuseppe Masciulli.
I profughi ricambiano alla cittadinanza l’accoglienza ricevuta liberando le loro case dalla neve.
In questi ultimi tempi dal barbiere, al bar, in piazza, in casa di amici ci capita di ascoltare le vostre voci, le vostri emozioni, le vostre paure, le vostre domande che ruotano attorno al tema della presenza nei nostri Comuni dei Centri temporanei accoglienza, dove permangono prevalentemente gli stranieri richiedenti Protezione Asilo Politico. Ebbene sì, – ribadisce il Sindaco di Palmoli, Giuseppe Masciulli – perché queste strutture, invece, di inorgoglirci, di farci sentire parte di un sistema globale di integrazione e sviluppo, ci spaventano, ci preoccupano e ci fanno sentire attaccati, braccati, stranieri in casa Nostra. Così i Sindaci, in maniera diretta, consolidano il rapporto che hanno con i concittadini che li hanno scelto.
Gli stranieri ospitati nelle strutture, in qualunque posto siano esse ubicate, non sono in alcun modo “costretti” a scegliere un Centro specifico (quali quelli del Vastese) o un Paese come nuova dimora o come nido dove costruire e ricostruire il proprio futuro, poiché ad essi devono prioritariamente essere garantite l’assistenza e la protezione e deve essere favorita l’integrazione stimolando l’autonomia del singolo (mediante, ad esempio, la partecipazione a corsi di italiano, a laboratori artigianali, ecc.). Fatti salvi questi principi, gli immigrati possono decidere liberamente di spostarsi e di stabilirsi, per motivi affettivi, professionali, in qualunque città dell’Italia o del mondo, fermo restando l’obbligo di identificazione che la Questura, mediante gli operatori, esercita affinché sia salvaguardata la sicurezza nazionale. Questa procedura garantisce così di non ledere la libertà individuale degli immigrati a vantaggio o per piacere degli italiani, poiché come amava dire M. L. King “La mia libertà finisce dove comincia la vostra”.
In molti casi, però, questa libertà di azione e di essere da parte degli ospiti delle strutture è stata impiegata spontaneamente in modalità finalizzate a “restituire” quanto i miei cari concittadini, hanno reso loro in modo così caloroso e spontaneo. Difatti, tanti immigrati hanno scelto di convogliare le proprie energie in lavori socialmente utili e che potessero avere un impatto importante sul territorio e su chi quel territorio lo vive quotidianamente. Essi in questi giorni si sono impegnati in lavori quali la pulizia delle strade; la potatura degli alberi e nell’importante opera di rimozione delle recenti ingenti nevicate sul territorio.
Perché noi, quel senso estetico, quell’amore per il bello, lo possediamo, lo scorgiamo nelle città vicine e che grazie al lavoro di volontariato di questi ragazzi, potremmo ritornare ad assaporarlo nei luoghi in cui viviamo .
Molto spesso, perciò, queste persone, così diverse da noi, possono aiutarci a riscoprire la bellezza della nostra città e delle nostre anime, attraverso un giardino pulito e pronto ad accogliere bambini e famiglie, gremendo le nostre chiese, aiutandoci a portare in auto la spesa, guidandoci, involontariamente, in una lettura schietta dei nostri comportamenti razzisti e non, dei nostri atteggiamenti morali e immorali mettendoci di fronte ad uno specchio interiore eluso troppo spesso.
Noi sindaci, inoltre, in qualità di pubblici ufficiali, non possiamo impedire l’apertura di questi Centri, poiché essi rispondono ad un’esigenza territoriale, internazionale ed umana, siamo tenuti a predisporre quanto necessario e lecito agli operatori e agli immigrati per lealtà morale ed Istituzionale, ma, oltre al mandato professionale che vogliamo rispettare nell’espletamento del nostro lavoro, siamo fieri di poter veder realizzare un’accoglienza civile e costruttiva atta a realizzare un Comune d’elite in tema di immigrazione. Ricordate che anche l’ostrica da quella che appare una difficoltà (l’inserimento di un granellino di sabbia nella sua corazza) crea un capolavoro: una perla.
Giuseppe Masciulli
sindaco di Palmoli
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