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  • Pronto soccorso e Medicina, Cerroni: «Devono essere un obbligo nelle aree interne, non una possibilità»

    «Troppe persone e troppi territori contano troppo poco in Italia. Territori che non sono ad alta densità abitativa e non riescono ad esprime una rappresentanza nelle istituzioni rappresentano una difficoltà che si ripercuote anche sui diritti che le persone hanno oppure no. I diritti vengono negati proprio perché manca una rappresentanza politica a Roma. Per la prima volta, dopo decenni, c’è la concreta possibilità di avere una rappresentanza per la provincia di Isernia e per l’Alto Molise ed è questa, a mio avviso, una situazione da favorire anche rispetto a candidature “esterne” calate dall’alto. Portare le istanze di cittadini da sempre sottorappresentati al centro del dibattito politico nazionale, questo è il compito di noi candidati».

    Così Caterina Cerroni, originaria di Agnone, 31 anni, già segreteria nazionale dei Giovani democratici, l’organizzazione giovanile del Pd, che ha incontrato, nei giorni scorsi, l’associazione dei molisani a RomaForche Caudine“.  I vertici dell’associazione hanno illustrato alla candidata le istanze della comunità molisana a Roma, in particolare sul fronte dei trasporti e della sanità.

    «Si tratta di due servizi purtroppo carenti, che limitano non solo lo sviluppo turistico della regione, ma anche il numero dei rientri nei paesi d’origine da parte di tante persone ormai anziane» ha spiegato Giampiero Castellotti, presidente dello storico sodalizio. Ovvia la domanda sulla “ricetta” contro lo spopolamento.

    «Sicuramente la garanzia dei diritti essenziali alla persona. – ha ribadito la giovane candidata alla Camera dei deputati – Anni di tagli alla spesa pubblica hanno penalizzato i servizi soprattutto nelle aree interne, anche con il perdurare di un commissariamento in ambito sanitario che tra l’altro non ha fatto risparmiare neanche sui costi. Ci devono essere i servizi minimi garantiti anche dalla Costituzione, ne va della qualità stessa della democrazia, prima ancora che della vita dei cittadini: infrastrutture sicure, servizi essenziali legati alla sanità e all’istruzione. Cose basilari, che chi è stato dentro le istituzioni per decenni non è comunque riuscito a garantire a territori come l’Alto Molise. A volte basta una parola ben piazzata, un concetto normativo: se nel famoso decreto Balduzzi si inserisce l’obbligo, e non la mera possibilità, di garantire un pronto soccorso e un reparto di medicina negli ospedali di area disagiata, ecco che si cambia anche la qualità della vita dei residenti e si garantisce il diritto alla salute delle persone. E queste sono le pre-condizioni per far sì che le persone restino a vivere o addirittura si ri-trasferiscano nelle aree interne del Paese».

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