Qualche sindaco non si piega: «Ospitare i terremotati, non i finti profughi».
Lo pensano tutti, ma guai a dirlo, si viene accusati di razzismo dalle anime benpensanti della sinistra.
Nessuno lo ha informato che nel suo paese, Cene (in provincia di Bergamo), sarebbero arrivati 59 profughi per essere sistemati nell’ex colonia del Monte Bò, di proprietà della curia vescovile. Così il sindaco leghista Giorgio Valoti ha deciso di avvertire la cittadinanza che lui di questa cosa non ne sapeva proprio nulla e per farlo ha acceso i tabelloni luminosi utilizzati per gli avvisi dell’amministrazione.
E sul suo profilo Facebook, a poche ore dal violento terremoto che ha colpito il Centro Italia, il primo cittadino del comune bergamasco ha scritto: “Sono vicino alle persone appena colpite dal terremoto. La proposta che porterò avanti, sia con il Vescovo e con il Prefetto, è quella di usare la casa vacanze della curia, appena assegnata a 60 cittadini stranieri, come accoglienza per le persone terremotate che hanno perso la loro casa“.
Una idea condivisibile quella di ospitare gli sfollati dell’Umbria, delle Marche e dell’Abruzzo, e non sedicenti profughi, che potrebbe essere presa in considerazione dai sindaci dei piccoli centri montani del Vastese e del Molise. Certo le strutture disabitate, disponibili all’accoglienza, non mancano…