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  • Referendum per tornare al nome di Caccavone, Palomba: «Boutade da buontemponi»

    «Riguardo alla estemporanea, per non dire altro, proposta di referendum per restaurare l’antica Caccavone, inizialmente si pensava ad una boutade, ma la proposta, benché non riscontrabile nel programma elettorale della maggioranza, è stata ripetuta più volte e pubblicata sulla stampa, assumendo connotati di concretezza e come gruppo di minoranza pensiamo sia opportuno rendere nota la nostra posizione che ci vede decisamente contrari al referendum e ancor più al ritorno al vecchio nome».

    La posizione è netta e chiara e viene espressa da Tonino Palomba, capogruppo di minoranza di Poggio Sannita, in replica alle dichiarazioni rese nei giorni scorsi dal sindaco Giuseppe Orlando. Il primo cittadino ha infatti annunciato che una larga fascia di popolazione chiede un referendum per ristabilire la vecchia denominazione di Caccavone in luogo dell’attuale Poggio Sannita. Proprio in questo anno si celebra il centenario del cambio del nome e tornare indietro sarebbe sicuramente un fatto eclatante, un ritorno al passato che farebbe entrare nella storia il sindaco e la sua amministrazione. Poco più che una “boutade” secondo il leader della minoranza, cioè una battuta, una barzelletta.

    «Amiamo troppo le nostre origini, la nostra storia, la nostra cultura, per vederle svendute ad iniziative propagandistiche, che intaccherebbero, queste sì, la nostra identità caccavo-poggese, riducendola a macchietta. – continua infatti Palomba – Altri, più seri ed urgenti, sono i problemi del paese per affrontare i quali restiamo a disposizione, senza perdere tempo e sperperando risorse per un ipotetico ed inutile referendum. Cento anni fa e nelle condizioni dell’epoca, è stato eloquentemente spiegato, comunque si girò una pagina di storia di questo paese. Non possiamo, non vogliamo e non dobbiamo tornare indietro; nessuno, oltre al sindaco e qualche buontempone, ne sente la necessità».

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