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  • Riti del fuoco, 15 Comuni fanno “Rete”: firmato il protocollo d’intesa. Si punta all’Unesco

    E’ iniziata nella sala consiliare di Palazzo San Francesco la seconda edizione dei riti del fuoco, manifestazione che coinvolge diverse realtà nazionali legate alle tradizione del fuoco e che ambisce a diventare patrimonio immateriale dell’Unesco. Quindici Comuni e 11 associazioni di quattro diverse regioni (Molise, Abruzzo, Puglia e Toscana) hanno danno vita alla “Rete” dei fuochi cerimoniali. La firma del protocollo d’intesa mette insieme le località accomunate dai riti del fuoco. Hanno sottoscritto il documento i sindaci e i rappresentanti dei Comuni e delle associazioni coinvolte con la finalità di favorire la reciproca collaborazione attraverso “interventi proficui per la buona riuscita di ogni singola festa del fuoco”.

    Della ‘Rete’ fanno parte i seguenti centri: Agnone, Abbadia San Salvatore (Siena), Bagnoli del Trigno, Belmonte del Sannio, Civitanova del Sannio, Fara Filiorum Petri (Chieti), Mirabello Sannitico, Montefalcone nel Sannio, Oratino, Pietrabbondante, Pitigliano (Grosseto), Roccavivara, Salcito, San Marco in Lamis (Foggia) e Sante Marie (L’Aquila).  

    “I principali obiettivi che si intendono realizzare – è scritto nel protocollo – sono la valorizzazione sotto gli aspetti culturali, storici e tradizionali, la creazione di una vera e propria Rete dei fuochi cerimoniali che nel corso degli anni, coinvolgendo altri riti ignei delle regioni limitrofe, possa avanzare una candidatura Unesco quale Patrimonio culturale immateriale dell’umanità”. Prevista anche l’organizzazione di convegni, mostre e di scambi culturali tra le scuole.

    Nello storico palazzo del centro storico, a fare gli onori di casa il sindaco di Agnone, Daniele Saia che ha esordito: “Tutto è partito tre anni fa con appena 3 Comuni, oggi siamo in 15. Per il futuro l’obiettivo è far partecipare all’evento più riti legati al fuoco coinvolgendo le 21 regioni italiane. Crediamo in questo progetto, che tramite la salvaguardia, valorizzazione e rilancio delle tradizioni popolari, può contribuire alla rinascita delle aree interne, le quali vivono il dilaniante fenomeno dello spopolamento. Serviranno investimenti e il supporto delle maggiori istituzioni, tra cui il Governo centrale, ma il percorso intrapreso è quello giusto con la speranza che possa portare vantaggi in termini culturali, turistici ed economici”.

    L’incontro si è poi chiuso con la consegna di alcuni doni da parte delle amministrazioni ospiti al Comune di Agnone.

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