È morto a 54 anni Paolo Gabriele, l’ex maggiordomo di papa Benedetto XVI 8dal 2006), che fu ribattezzato il «corvo» dello scandalo Vatileaks. L’uomo era originario di Bagnoli del Trigno ed è deceduto alle 9.30 di lunedì mattina al Pronto soccorso del Policlinico Gemelli di Roma, dov’era arrivato per le conseguenze di una lunga malattia.
La condanna e la grazia
Arrestato per avere passato al giornalista Gianluigi Nuzzi notizie e documenti trafugati dai cassetti papali, Gabriele venne condannato dal Tribunale Vaticano a 18 mesi di reclusionenell’ottobre 2012 per il furto dei documenti e il 22 dicembre fu «graziato» dal Papa (nella sua abitazione vennero ritrovate migliaia di fotocopie di documenti riservati). Una volta scarcerato, Gabriele non ha più potuto risiedere né lavorare in Vaticano.
Il caso Vatileaks
La vicenda legata al trafugamento di documenti che è valsa all’ex aiutante di camera l’appellativo di «corvo» è andata avanti con undici mesi di indagini. Oggetto dello scandalo fu la scoperta dell’esistenza di profonde divisioni e contrasti interni sugli indirizzi di governo del Vaticano e sulla gestione della sua banca (lo Ior, Istituto per le Opere di Religione). Il libro di Nuzzi «Sua Santità. Le carte segrete di Benedetto XVI» riportava — ad esempio — molti dei documenti privati del Papa. Pochi giorni dopo l’uscita del libro, l’allora portavoce vaticano padre Federico Lombardi annunciava che la Gendarmeria Vaticana aveva trovato un uomo in possesso di carteggi riservati del Papa e che aveva proceduto al suo interrogatorio e fermo.
Il ricordo di padre Lombardi
E propio padre Lombardi ricorda di aver saputo solo di recente del cancro da cui era affetto l’ex maggiordomo di Ratzinger con il quale, come dice, ha sempre avuto «un buon rapporto pure se superficiale». «Ho saputo di recente che era malato ma io non ho più avuto rapporti con lui. Quindi non ho seguito dopo la sua vicenda. Ho però un ricordo affettuoso di lui e della sua famigliola con tre bambini. Aveva una bella famiglia e li ricordo con molto affetto, li ricordo anche adesso volentieri nella preghiera sperando che il Signore li aiuti a portare questo dolore». (articolo tratto dal Corriere della Sera online)