Truffe online in aumento e il sesso a pagamento non è immune. Complice probabilmente la pandemia e una situazione di crisi diffusa, sta di fatto che i casi di truffe online sono in aumento anche attraverso il meccanismo delle finte escort.
Escort Advisor, il primo sito di recensioni di escort in Europa ha evidenziato questa tendenza attraverso le recensioni scritte dagli utenti. Rispetto al 2014 sono aumentate del 322,56% le recensioni ad 1 stella che segnalano una situazione di grave disagio o pericolo per la sicurezza del cliente della escort, ciò vuol dire che non sono giudizi legati ad una cattiva esperienza (che solitamente rientra in una valutazione da 2 stelle), ma segnalano precisamente un pericolo o una truffa.
Il 2020 ha registrato il +38,55% di recensioni ad 1 stella rispetto al 2019, tendenza confermata anche dal report nazionale 2020 dell’attività della Polizia Postale e delle Comunicazioni. Durante lo scorso anno sono stati trattati 98.000 casi di truffe online e di questi 636 riguardano solo nello specifico il sextortion, utilizzato dai criminali per ricattare una persona sulla base di immagini o filmati che mostrano la vittima mentre compie atti sessuali.
Sono 600 anche le recensioni che fino a settembre 2021 segnalano truffe di finte escort in tutta Italia (nel 2020 in totale sono state 629), numero che tende a crescere di mese in mese entro la fine di questo anno.
Oltre al sextortion, esiste anche un tipo di truffa: quelle delle finte escort attraverso il meccanismo delle ricariche.
Prima di tutto il truffatore pubblica un annuncio con lo stesso numero di telefono, in diverse città e rigorosamente con foto diverse e false; l’annuncio viene pubblicato su più siti di incontri, scelti perché non hanno un controllo sui contenuti; quando si chiama, risponde una ragazza complice che recita una parte facendo sembrare l’annuncio veritiero, oppure risponde una persona tramite WhatsApp.
Il truffatore puntualmente dà appuntamenti in luoghi generici della città, tipo “sono vicino alla stazione”, ogni città ne ha una; chiede in anticipo o buoni Amazon o Google, o ricariche PostePay, o bonifico rapido, anche di piccoli importi di solo 20-30 euro per verifica la serietà del cliente o per fermare la prenotazione o per scambio di foto e/o video; una volta verificato l’arrivo del denaro, la finta escort sparisce bloccando anche il contatto. Se il cliente prova a richiedere più dettagli e ad insistere viene bloccato o ricattato con la minaccia di diffondere i suoi dati e il contenuto della trattativa sul web.
Dopo un po’ i truffatori cambiano città e ricominciano a mietere vittime con lo stesso schema.