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  • Sorpreso con quattro chili di marjuana, albanese ai domiciliari

    Militari del Gico del nucleo di polizia tributaria di Campobasso, in collaborazione con i colleghi del gruppo Guardia di finanza di Bari, hanno dato esecuzione ad un’ordinanza di misura cautelare degli arresti domiciliari nei confronti di un soggetto albanese domiciliato in San Martino in Pensilis.
    Il cittadino albanese tratto in arresto a Bari già lo scorso mese di maggio, era caduto nelle maglie dei controlli antidroga ad opera dei finanzieri del Gico di Campobasso. Infatti, veniva sorpreso, in agro di Termoli, alla guida di un’auto di grossa cilindrata mentre, unitamente ad altro suo connazionale, trasportava un ingente carico di stupefacenti.
    All’atto del controllo entrambi avevano da subito mostrato evidenti segni di nervosismo ed agitazione tali da indurre gli uomini delle fiamme gialle ad approfondire l’ispezione dell’autovettura. Sul sedile posteriore del mezzo, abilmente occultato, veniva rinvenuto un sacco contenente un corposo quantitativo di narcotico tipo “marjuana” per un peso di quasi quattro chili.
    Pertanto, i due albanesi venivano tratti in arresto in flagranza del reato di traffico di sostante stupefacenti ed associati alla casa circondariale di Larino, a disposizione dell’autorità giudiziaria frentana e lo stupefacente rinvenuto, destinato allo spaccio sulle piazze di spaccio molisane, veniva sottoposto a sequestro.
    Nelle more della pronuncia della suprema corte di Cassazione, nel frattempo adita dai difensori dell’albanese, quest’ultimo lasciava il territorio nazionale rifugiandosi verosimilmente nel paese di origine.
    Nello scorso mese di dicembre, infine, la suprema corte definitivamente pronunciandosi, non accoglieva il gravame proposto, rendendo di fatto irrevocabile la misura cautelare pendente in capo all’albanese.
    Il giovane veniva quindi fermato alla frontiera marittima di Bari, di rientro dal paese d’origine  ove si era rifugiato, ad opera dei finanzieri in servizio presso il porto di Bari su impulso del Gico di Campobasso che aveva condotto le indagini all’origine del provvedimento restrittivo.
    Al termine delle operazioni di rito l’albanese veniva assoggettato al prescritto regime degli arresti domiciliari in un comune del basso Molise.
    Dal 2013 a data corrente, sono stati circa 500 gli interventi operativi condotti in materia di repressione dei traffici illeciti di stupefacenti nell’intera provincia, con il coinvolgimento a vario titolo di oltre 600 persone, di cui 200 denunciate alla magistratura e 22 tratte in arresto. Le attività hanno permesso il sequestro di circa 2 tonnellate di droga del tipo hashish e marijuana, oltre un chilo di cocaina, 200 grammi di altre sostanze (eroina, canapa, spinelli) e numerose piantine.

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