ATESSA – La notizia della sospensione definitiva del progetto “Ultimo Miglio” è stata accolta quasi unanimemente con soddisfazione dagli operai pendolari che lavorano nelle fabbriche della Val di Sangro, fatta eccezione per coloro che viaggiano con l’Atm. Perché c’è sempre un rovescio della medaglia. Insomma, le famigerate navette che hanno creato tanti disagi ai pendolari, in realtà a qualcuno facevano comodo, precisamente agli operai che ogni giorno, dal Basso Molise, da Palata, Montero di Bisaccia, Termoli, Ururi, ma anche da Trivento e via elencando. Sono i passeggeri dell’azienda molisani di trasporti Atm. La notizia è nota: l’Atm ha smesso improvvisamente, dopo averlo fatto per anni, di accompagnare gli operai davanti alla sede delle varie fabbriche, ma li fa scendere tutti nell’area dalla quale partono poi le navette. Nei prossimi giorni queste navette cesseranno il loro servizio e gli operai molisani resteranno a piedi. «Da Trivento o da Montenero di Bisaccia, ad esempio, ci facciamo un’ora e mezza di autobus e quando arriviamo in Val di Sangro dobbiamo anche percorrere a piedi fino a tre chilometri per raggiungere il nostro posto di lavoro, sotto l’acqua, sotto il sole, è davvero una follia. – commentano amareggiati i pendolari molisani – La cosa strana è che fino a qualche tempo fa l’autobus ci accompagnava davanti ai cancelli di entrata, poi di colpo, dal gennaio scorso, ha smesso di fare questo servizio e ci lascia nella “stazione” dove c’è la coincidenza con le navette, ma pare che a giorni questo servizio verrà soppresso e ci troveremo nuovamente nella situazione di partenza, cioè costretti a raggiungere a piedi, o con mezzi di fortuna, il nostro posto di lavoro. Che servizio pubblico è un servizio che ti lascia, a piedi, a tre chilometri dalla tua destinazione di lavoro? Noi l’abbonamento lo paghiamo per inteso, come abbiamo sempre fatto, perché prima ci accompagnava davanti ai cancelli e adesso non più?». E’ la domanda che i pendolari molisani, un esercito di centocinquanta persone tra dipendenti Honda e di altre aziende, rivolgono non tanto alla ditta di trasporti Atm, quanto ai “papaveri” che scaldano le poltrone in Regione Molise. Possibile che la Regione non riesca a trovare uno straccio di accordo, economico ovviamente, con la Atm per risolvere definitivamente la questione?
Francesco Bottone