• Editoriale
  • Chi spara senza vedere il bersaglio è un idiota, non un cacciatore, e gli idioti vanno disarmati

    Un morto e un ferito grave, nelle ultime settimane, perché qualche idiota che si definisce indegnamente cacciatore ha sparato «dopo aver sentito dei rumori in un cespuglio». E’ successo in provincia di Imperia, giorni fa, dove un cinghialaio ha sparato dentro una fratta perché aveva sentito dei rumori. E dietro quel cespuglio non c’era affatto un cinghiale, ma c’era un giovane, tra l’altro intento a fare bracconaggio, ma questo è un dettaglio irrilevante rispetto alla morte stessa. Ed è successo ieri in provincia di Varese, dove un sedicente cacciatore ha impallinato abbastanza gravemente il nipote mentre sparava ad un fantomatico fagiano che aveva prodotto dei rumori dietro una siepe. In entrambi i casi gli interessati hanno sparato senza vedere a cosa stessero sparando.  Si continua a morire a caccia perché ci sono persone che girano armate nei boschi e che commettono delle sciocchezze grandi come piramidi. Non bisogna essere un cacciatore professionista per sapere che non si spara mai, mai santo Cielo, mai, se non si vede bene la sagoma dell’animale che si intende abbattere e se non si ha la certezza matematica che la traiettoria del o dei proiettili esplosi finisca contro un parapalle, a terra, contro un dosso. E’ l’ABC del cacciatore e, prima ancora, del tiratore, di colui che utilizza un’arma per diletto, per sport. Esistono, lo sanno anche i bambini ormai, quattro semplici e banalissime regole che, se applicate, salverebbero centinaia di vite umane. Sono state codificate oltre cinquant’anni fa da Jeff Cooper. Ecco le regole salvavita del colonnello Cooper, ficcatevele nel cervello: 1 – Tutte le armi sono sempre cariche; 2 – Non puntare mai la canna verso qualcosa che non hai intenzione di colpire; 3 – Tieni il dito fuori dal griletto fino a quando non hai le mire sul bersaglio; 4 – Identifica il tuo bersaglio, e quello che c’è dietro di esso. Sono regole che valgono per tutte le armi, sia lunghe che corte, e in ogni circostanza, a caccia nel bosco come sulla linea di tiro di un poligono. L’arma da sola non spara e non uccide. E’ la volontà e spesso l’imperizia di chi la maneggia a farla sparare. Posto che le prime tre regole vengano date per assunte e quindi rispettate sempre, negli incidenti di caccia, 99 volte su cento, viene ignorata la quarta regola. Si spara cioè senza identificare il bersaglio da colpire, senza vedere chiaramente la fottuta sagoma dell’animale da abbattere, che si tratti di un cinghiale, di un fagiano o di una beccaccia. Se non vedo la sagoma dell’animale non sparo. Punto. E invece si continuano a fare cazzate. A questi imbecilli che sparano allo sfruscio, dove sentono un rumore, andrebbe strappato il porto d’armi. Non devono avere la possibilità di girare armati, perché armare un idiota è estremamente pericoloso. E purtroppo questi idioti attirano sui cacciatori e sui tiratori sportivi le ire e le critiche, spesso condivisibili ma molto spesso preconcette, dei detrattori della caccia, degli animalisti fanatici e talebani e degli anti-armi più in generale. Ad ogni incidente di caccia si pretende la chiusura, l’abolizione della caccia stessa. Come se per colpa di un criminale che guida sbronzo o drogato e causa un incidente stradale si chiedesse di ritirare immediatamente le patenti a tutti i guidatori del pianeta. Una sciocchezza evidente. Intanto per colpa di due idioti vestiti da cacciatori, l’attività venatoria è ancora una volta nel mirino, con il rischio che arrivino misure drastiche contro questa antica ed atavica passione. Tutto per colpa di qualche idiota. Gli idioti vanno disarmati. Come riconoscerli? Semplice: obbligando i cacciatori a frequentare assiduamente i poligoni o i campi di tiro, perché si acquista sicurezza e familiarità con un’arma solo usandola sotto lo sguardo attento e severo di un direttore di tiro. Prima che ci impediscano di andare a caccia o di sparare al poligono, imponiamoci l’obbligo di fare dei corsi di maneggio delle armi. Lo facciano le associazioni venatorie o meglio ancora le assicurazioni. Le assicurazioni non dovrebbero emettere polizze assicurative, quelle obbligatorie per i cacciatori, a chi non dimostra di saper maneggiare un’arma in sicurezza. Con questo espediente crollerebbe il numero degli idioti, sia tra i cacciatori che tra i tiratori sportivi.

    Francesco Bottone

    effebottone@gmail.com

    tel: 3282757011

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