• In evidenza
  • Spari da un’auto a Macerata: stranieri feriti, un fermo. Leva: «Seme dell’odio innaffiato dalla destra»

    Macerata: Leva (LeU): Seme dell’odio innaffiato dalla destra.

    “Il seme dell’odio è germogliato anche in Italia. Quello di Macerata, che senza dubbio rappresenta il primo attentato terroristico compiuto da un italiano ai danni di cittadini stranieri, è il frutto avvelenato di una propaganda politica becera e razzista durata anni e fatta sempre con maggior vigore. Innaffiare il disagio mentale o sociale che sia con la quotidiana dose di parole d’ordine piene d’odio e di vergognosi riferimenti alle inesistenti identità razziali del popoli, porta agli esiti odierni. La destra tutta e la Lega di Salvini in particolare facciano un esame di coscienza. Diano un segnale, quel segnale che non hanno dato dopo le vergognose parole di Fontana in Lombardia”: lo dichiara Danilo Leva, deputato di Mdp-LeU.

    IL FATTO DI CRONACA:

    A Macerata spari e paura nella mattinata di oggi: una serie di colpi di arma da fuoco sono stati esplosi da un’auto in corsa in città provocando il ferimento di sei persone, tutti stranieri. Un uomo è stato fermato dai carabinieri e portato in caserma: si chiama Luca Traini, 28 anni, ha la testa rasata, è incensurato e originario delle Marche. Quando è stato bloccato ha fatto il saluto fascista.

    Luca Traini era stato candidato alle elezioni amministrative del 2017 a Corridonia, nelle Marche, con la Lega Nord. In un manifesto elettorale, Traini appare insieme al candidato sindaco della Lega Nord per Corridonia, Luigi Baldassarri che presenta la sua nuova squadra. Si tratta della tornata elettorale del 11 giugno scorso. Nel programma, anche il “controllo degli extracomunitari”.

    Intanto perquisizioni nella casa di Luca Traini. Gli investigatori stanno cercando elementi utili alle indagini.

    I colpi di pistola sono partiti da un’Alfa Romeo 147 nera – a bordo della quale era Traini – che si spostava per le vie della città, sparando e terrorizzando i cittadini. L’uomo, una volta bloccato, è sceso dall’auto, si è tolto il giubbetto, ha indossato una bandiera tricolore sulle spalle, salendo sui gradini del Monumento. Si è poi girato verso la piazza, ha fatto il saluto fascista. Poi sono arrivati i carabinieri, ha ammesso le proprie responsabilità e non ha opposto resistenza. A bordo dell’auto la pistola, una tuta mimetica, piume bianche.

    Sostieni la stampa libera, anche con 1 euro.