«Nei giorni scorsi ho accompagnato un’amica non molisana a visitare il teatro sannitico di Pietrabbondante. La mia amica era curiosa ed entusiasta dopo aver visto i vari servizi, in particolare quello di Linea Verde, su questa terra che pare sia invisibile. Arrivate a Pietrabbondante ci ha accolto la chiusura del teatro».
Inizia così lo sfogo pubblico di Anna Paolella, molisana di Castelpetroso e dirigente dell’istituto scolastico comprensivo di Castiglione Messer Marino, appena al di là del confine con l’Alto Molise. Una preside, per un giorno nei panni di Cicerone, che per colpa della Regione Molise ha rimediato una brutta figura, da molisana, con la sua amica.
«Ora, non voglio fare polemiche, ma da dirne di tutti i colori ci sta. – riprende la dirigente scolastica – Abbiamo una classe politica e dirigenziale inetta e stantia, incapace di qualsiasi azione minima. E non mi si venga a dire che la politica non c’entra niente perché la pianificazione e la programmazione di un progetto di rilancio turistico sono affare di chi ci governa a livello locale e regionale, soprattutto se tanto si vantano e diffondono le bellezze di un territorio che poi non possono nella realtà essere apprezzate.
Ma del resto cosa ci si può aspettare da chi ha come unico scopo della propria funzione quello di tenere il sedere ben incollato alla poltrona? – tuona Anna Paolella, senza peli sulla lingua – La cosa peggiore è che noi molisani siamo rassegnati, come giustamente ci ha fatto notare un tranquillo signore nel centro del paese, a cui abbiamo chiesto informazioni. “Signora e che vogliamo fa’, quest’è, mica decidiamo noi” – con il tono sommesso di chi non ha interesse che le cose cambino. Ecco questa è la mentalità del molisano medio, pigro e molle, che ragiona da suddito e non da cittadino. Il punto è proprio questo, siamo abituati alla rassegnazione e all’accettazione inconsapevole, pensando di dover subire anche le decisioni sbagliate senza diritto di protesta.
Del resto, una regione che ha il binario 20bis, ad oltre 500 metri dalla stazione centrale di Roma, è la periferia del mondo.
Ecco oggi ho proprio pensato che qui i Garibaldini hanno fatto un pessimo lavoro perché siamo rimasti asserviti al re che nel tempo ha solo cambiato nome». E in chiusura la preside aggiunge stizzita: «La mia amica ha concluso la sua breve visita molisana dicendo “il Molise davvero non esiste”».