Il tempo che corre, gli adempienti burocratici che hanno scadenze improcrastinabili: ostacoli insormontabili che sono alla base della decisione, di certo non assunta a cuor leggero, di spostare i 40 milioni destinati alla realizzazione del terzo lotto della Fresilia su altre infrastrutture, con il contestuale impegno ad individuare la medesima cifra nell’immediato per riappostarla sulla Sp 59.
Impossibile riuscire a superare i vincoli ambientali e paesaggistici e appaltare la gara per i lavori di realizzazione entro la fine dell’anno. In dieci mesi, giorno più giorno meno. E quindi la riprogrammazione dei fondi – stanziati per quella manciata di chilometri che da Civitanova del Sannio porta a Sprondasino – da incubo da scacciare si è materializzata come fatto ineludibile.
Una doccia fredda per i sindaci, rappresentati dai colleghi di Frosolone e Agnone Felice Ianiro e Daniele Saia presenti alla riunione che lunedì pomeriggio si è tenuta in Giunta regionale su input del presidente Donato Toma. Ma di certo una eventualità prevista e prevedibile. E dall’incontro, che ha visto la presenza anche degli assessori Quintino Pallante e Vincenzo Niro e delle strutture tecniche e dirigenziali dei due assessorati, è venuto fuori un cronoprogramma degli adempimenti da porre in essere per consentire che quei fondi, che adesso saranno gioco forza spostati su altre infrastrutture, saranno individuati in altro modo e messi a servizio del completamento della Fresilia.
«Il completamento della bretella di collegamento fra la fondovalle del Trigno e quella del Biferno è un’opera strategica alla quale il Molise non può e non intende rinunciare – la posizione chiara e senza fraintendimenti del presidente Toma che ieri mattina, in Consiglio regionale, ha affrontato il caso a seguito delle tre mozioni presentate in merito alla Fresilia -. L’attuale finanziamento, legato al conseguimento di obbligazioni giuridicamente vincolanti, impone alla Provincia di Isernia, soggetto attuatore, di completare le procedure entro il 31 dicembre di quest’anno, per cui il rischio di perdere il finanziamento è concreto. Il percorso da fare passa attraverso tre step: riprogrammare il finanziamento e destinarlo alla manutenzione delle infrastrutture viarie regionali; attivarsi da subito affinché i vincoli paesaggistici che insistono sul tracciato siano rimossi mediante la concertazione tra Stato, Regione Molise, Comuni interessati; allocare altre risorse che la Regione può reperire all’interno del proprio bilancio attraverso diverse opzioni».
Il che significa che nel momento in cui la Regione sposterà i 40 milioni dal terzo lotto della Fresilia ad altre infrastrutture viarie, la stessa si è impegnata già a reperire la medesima somma per consentire i lavori. Le diverse opzioni potrebbero essere l’accensione di un mutuo, visto che la Regione ha la capacità di indebitamento, oppure il loro rinvenimento attraverso altri canali di programmazione.
Regione, Provincia di Isernia e amministrazioni locali – interessate con vari profili e diverse responsabilità alla realizzazione della infrastruttura – dovranno, quindi, lavorare insieme per lo stesso obiettivo, tenendo bene in mente un principio: non c’è tempo da perdere, anche se adesso la data di ‘scadenza’ dell’intero iter è stata superata dalla decisione assunta per forza di cose. Il che significa che fin da subito occorrerà lavorare alla rimozione dei vincoli ambientali e paesaggistici, la famigerata ‘spada di Damocle’ di cui aveva parlato proprio su queste colonne il sindaco di Frosolone, Felice Ianiro.
«Non c’era nessuna possibilità di superarli in questi dieci mesi – racconta al telefono a margine della riunione tenuta in Giunta regionale lunedì sera – ora la strada de seguire è un’altra: intanto ci è stato assicurato che entro un paio di settimane, il tempo tecnico di preparare l’istruttoria propedeutica all’accensione del mutuo, in Giunta arriverà la proposta di riprogrammazione dei fondi che al momento sono appostati per il terzo lotto e quella relativa al debito da contrarre per riappostarli sulla Fresilia. La Regione ha la capacità di indebitamento, quindi dovrà deliberare in tale senso e poi portare l’atto in Consiglio regionale per la ratifica».
Lo switch dovrebbe trovare conclusione entro un paio di mesi, quindi come è evidente il tempo che corre continua ad essere un nemico. Da vincere, questa volta. E nel frattempo bisogna rimuovere i vincoli, ovviamente, altrimenti la situazione torna al punto di partenza.
“La Provincia ha già richiesto alla Regione la rimozione dei vincoli – spiega il sindaco Ianiro – e noi abbiamo anche proposto di supportare l’ente di via Berta con una figura nuova che sia di aiuto al Rup: nessun altro intento – rimarca – che quello di accelerare le procedure. Per questo riteniamo che sia plausibile l’idea di far affiancare il responsabile unico del procedimento da un tecnico esperto delle procedure necessarie che si possa concentrare solo ed esclusivamente su questa questione».
Tecnicamente, occorrerà rimuovere il vincolo ambientale e questa responsabilità è in capo alla Regione, su istanza della Provincia. Poi i Comuni dovranno rivedere i propri piani urbanistici, attivando quindi l’iter che coinvolge anche la Terza Commissione consiliare e il Consiglio regionale. E infine occorrerà rimuovere il vincolo paesaggistico. Di certo è il primo quello maggiormente impattante. E nel corso della riunione di lunedì è stata riproposta dai sindaci la richiesta di convocazione di una Conferenza di servizi così da avere il quadro chiaro di chi dovrà fare cosa e quando.
«Dalla riunione è emersa la volontà da parte dell’Ente regionale di rimuovere il finanziamento FSC relativo all’opera per poi rifinanziare i lavori attraverso fondi provenienti da un mutuo regionale – commenta Daniele Saia, sindaco di Agnone -. Questa modalità di completamento dell’opera si rende necessaria per evitare che i finanziamenti provenienti dal fondo europeo vadano persi in quanto dovranno necessariamente essere appaltati entro il 31 dicembre 2022, data relativamente troppo vicina per risolvere i problemi riguardanti l’arteria stradale che collegherà le fondovalli del Trigno, del Biferno e del Verrino. L’appello da parte di tutti i sindaci interessati dal completamento della Fresilia è unanime: gli impegni presi in riunione devono essere rispettati. Ci aspettiamo che all’atto concreto di revoca del primo finanziamento segua un altrettanto concreto e contemporaneo atto di rifinanziamento regionale. La Fresilia è un’opera assolutamente necessaria per scongiurare il peggioramento dell’ondata di spopolamento che sta attraversando le nostre aree interne».
ls