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  • Usi civici, la Corte d’Appello bastona Venosini

    CELENZA SUL TRIGNO – La Corte d’Appello di L’Aquila condanna il Comune di Celenza sul Trigno a risarcire i danni alla Società Cooperativa Sud Est per la somma complessiva fra 35mila e 40mila euro. “Il Patto per la Rinascita”: «Il Comune, con il sindaco in carica Andrea Venosini (a sinistra nella foto, ndr), esce sconfitto dai contenziosi agrari che si potevano e si dovevano evitare.

    Riceviamo e pubblichiamo di seguito il comunicato del gruppo di opposizione “Il Patto per la Rinascita”

    Premessa.
    La cooperativa Silla deteneva in affitto i terreni comunali ad uso civico dal 20/10/1969. Ai sensi della Legge 203 del 6 maggio 1982, il contratto sarebbe scaduto a novembre dell’anno 2012. Ma il Comune, ai sensi della deliberazione consiliare 27 settembre 2010, n. 30, ha comunicato alla coop. Silla che il contratto sarebbe scaduto il 10 novembre 2011. Ha indetto un bando pubblico ai fini della concessione dei terreni medesimi e, con le determinazioni del Servizio Tecnico n. 210 del 7 novembre 2011 e n. 216 del 16 novembre 2011, ha assegnato alcuni terreni comunali ad uso civico in favore della Società Cooperativa Sud Est e del sig. Sandro Antenucci, essendo rientrati nel bando di concessione.
    Il Comune, inoltre, ha comunicato alla coop. Silla, in data 20 gennaio 2012, che era stata fissata al 26 gennaio 2012 la reintegra dei terreni civici.
    Il TAR di Pescara, con sentenza del 24 maggio 2012, ha confermato la scadenza del contratto al 12 novembre 2012.

    Contenzioso Comune/Società coop. Sud Est e Sandro Antenucci
    In data 10/11/2011 il Comune ha stipulato il contratto di affitto di terreni comunali gravati da uso civico della durata di sei anni, ma solo in data 26/11/2012, cioè con un anno di ritardo, li ha immessi nella detenzione dei fondi. Il Comune si era giustificato con la sentenza del TAR Abruzzo che aveva annullato i provvedimenti comunali riportati nella premessa. Da qui il ricorso al Tribunale della coop. Sud Est e di Sandro Antenucci per ottenere il risarcimento dei danni per mancata utilizzazione dei fondi e sopportazione di spese. Il Tribunale, però, ha rigettato la domanda rilevando correttezza e buona fede nella conclusione del contratto e la incolpevolezza da parte del Comune che si era attenuto a quanto stabilito dal TAR.
    La Corte d’Appello di L’Aquila ha rilevato che il Comune ha violato “un contratto validamente concluso ed efficace” e lo ha adempiuto con ritardo. Il Comune, quindi, ha assunto un “comportamento colpevole” ed ha adottato “provvedimenti illegittimi”. Non ha senso appellarsi alla sentenza del TAR. Il Comune, invece, avrebbe dovuto prevedere il contenzioso relativo al rilascio dei terreni perché la coop. Silla lo aveva preannunciato il 3/11/2011, prima della conclusione del contratto. Non si può parlare di impossibilità obiettiva ad eseguire una prestazione né di assenza di colpa grave, ma di “comportamento negligente” da parte del Comune, mentre un comportamento diligente avrebbe indotto al rispetto della legalità nel campo dei contratti agrari.
    Tra risarcimento dei danni, oltre interessi legali, le spese processuali nel grado di appello, le spese processuali già liquidate dal Tribunale, la somma che il Comune deve sborsare si aggira fra 35.000,00 e 40.000,00 euro.
    Il Comune, con il sindaco in carica, esce sconfitto dai contenziosi agrari che si potevano e si dovevano evitare.
    Un amministratore che viola la legge e causa un danno ad un cittadino potrebbe incorrere in abuso di ufficio.
    La sentenza della Corte d’Appello rileva, da parte del Comune, un comportamento negligente che ha causato danni e della mancanza di diligenza che li avrebbe evitati. Ma il comportamento è delle persone che guidano il Comune, degli amministratori, della Giunta e, in primis, del Sindaco.
    Una somma del genere mette il Comune in ginocchio.
    Noi non godiamo, sia ben chiaro, siamo addolorati dalla vicenda, come lo sono tutti i cittadini sui quali ricadrà il peso. Non sappiamo se in bilancio ci sono somme accantonate; non ci è dato sapere perché la conduzione amministrativa si basa su “loro se la cantano e loro se la suonano”. Il cittadino comincia a temere un aggravio di tasse alle TASSE+++ e questo non lo può sopportare.
    Non rimane altro, se gli amministratori mostrano un minimo di buon senso, che dimettersi.
    Il segretario comunale, i responsabili degli uffici comunali, ognuno per le proprie competenze, il capogruppo di maggioranza e gli altri consiglieri di maggioranza sono invitati a inviare la sentenza alla Corte dei Conti.

    “Il Patto per la Rinascita”

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