«Mi è stato confermato che anche il presidio ospedaliero “San Francesco Caracciolo” diverrà luogo di svolgimento di vaccinazioni anti-Covid».
Lo dichiara candidamente il sindaco di Agnone, Daniele Saia, in un comunicato stampa inviato alle redazioni e ai giornalisti. C’è chi crede alla Befana e chi, come Saia, decide di dare ancora credito alle chiacchiere che arrivano da Campobasso.
«Mi hanno confermato» dice il primo cittadino, senza specificare chi, dove e quando. Sindaco, chi le avrebbe confermato che anche l’ospedale di Agnone potrà effettuare una semplice inoculazione di vaccino anti Covid mediante una banalissima iniezione? Un esponente politico in Regione? I vertici della sanità? L’Asrem? Il commissario? Chi, di grazia, nome e cognome? Perché detta così non significa quasi nulla, è una mezza notizia, anche non lo è affatto ad essere sinceri. Va citata la fonte, perché in base a chi lo ha dichiarato la cosa acquista o perde di credibilità.
E ancora, entro quale millennio avverrà questo miracolo per il “Caracciolo” e tutto l’Alto Molise? Sindaco, la tempistica please. Per attivare il centro tamponi, in una struttura messa a disposizione dal Comune, l’Asrem impiegò più di un mese e mezzo. Di quanto tempo ha bisogno l’azienda sanitaria del Molise per individuare una stanza nell’ospedale ormai quasi sfitto, dove di spazio ce n’è in abbondanza, per realizzare una sala vaccinazioni?
Accanto al “Caracciolo” c’è un casermone semi vuoto, il distretto sanitario; non c’è lì una stanza dove si fanno vaccini da generazioni? Cosa cambia inoculare il vaccino esavalente o quello anti Covid? Quanto tempo occorre all’Asrem per decidere che è più logico, più economico e meno pericoloso, far fare le vaccinazioni sul posto anziché continuare a far girare medici e infermieri come trottole tra Isernia, Agnone e il resto del Molise? Se ha tempo e voglia, sindaco, gentilmente chieda ai suoi interlocutori occulti e magari ci faccia sapere.
Francesco Bottone