«La ex statale 86 Istonia sta per tornare in mano all’Anas, grazia al lavoro che sta svolgendo l’onorevole Luciano D’Alfonso». La notizia che tutti, in Alto Molise, come in Alto Vastese, attendevano è stata data, sia pure su un palco elettorale per le comunali, da Carlo Moro, già sindaco di un Comune del Vastese e attualmente consigliere provinciale a Chieti. La ex statale 86, per chi non lo avesse ancora capito, è quella che da Vasto risale lungo l’Alto Vastese fino ad arrivare, passando per Castiglione Messer Marino e attraversando il territorio comunale di Belmonte del Sannio, in Alto Molise, alle porte di Agnone.
Il tratto finale dell’arteria è quella che i cronisti di zona hanno ribattezzato con il nomignolo di “mulattiera“. La ri-statalizzazione sarebbe in dirittura d’arrivo, stando almeno alle dichiarazioni pubbliche del consigliere provinciale del Chietino. «Dalle notizie in nostro possesso pare che il Consiglio superiore ai lavori pubblici a Roma abbia già dato l’ok. – ha spiegato nel dettaglio Carlo Moro – Stiamo aspettando il decreto del Ministero delle Infrastrutture al quale seguirà la decisione finale della Presidenza del Consiglio dei Ministri che dovrebbe avvenire entro l’estate». Insomma, la madre di tutte le battaglie, da cui fondamentalmente dipendono anche le sorti del viadotto Sente chiuso da quasi sei anni, sta per essere vinta, «grazie al lavoro di Luciano D’Alfonso» come rimarcato dal consigliere provinciale del Vastese.
«Se così sarà, la statale 86, oltre settanta chilometri da Vasto ad Agnone, tornerà ad essere una strada percorribile. – ha aggiunto Moro – In Alto Molise abbiamo anche il problema del ponte Sente che molto probabilmente sarà riaperto al traffico, ma non so quando». Insomma, se c’è una buona notizia, quella della ri-statalizzazione della ex statale Istonia che comprende anche il tratto finale della cosiddetta “mulattiera”, di contro c’è ancora l’insicurezza sulle sorti del viadotto Longo, quello sul Sente, che collega la sponda molisana con quella abruzzese.
In Provincia di Chieti non sanno nulla in merito alla tempistica, questo ammette il consigliere delegato alla viabilità Carlo Moro. Va ricordato, per la cronaca e per gli annali, che in occasione della firma della convenzione tricefala presso la Provincia pentra, guarda caso due giorni prima del voto per le regionali in Abruzzo, lo stesso presidente Daniele Saia aveva parlato di una imminente apertura dei cantieri che sarebbe dovuta avvenire realisticamente entro un mese dalla sottoscrizione di quell’atto. Le quattro settimane sono abbondantemente trascorse invano e dei cantieri, sopra e sotto il ponte sul Sente, non c’è ancora alcuna traccia. E questa era la brutta notizia, ma ce n’è anche una cattiva, anzi pessima.
A darla è sempre il consigliere provinciale Moro nel corso di un comizio a Torrebruna, giorni fa: «La Provincia di Chieti sarà costretta a chiudere la galleria di circa due chilometri che dall’imbocco del ponte Sente conduce verso Castiglione Messer Marino. Per metterla in sicurezza servono almeno dieci milioni di euro». Nove milioni per il viadotto che già sono stati stanziati, altrettanti serviranno per completare la messa in sicurezza del gigantesco ponte e siamo a diciotto, più altri dieci per sistemare e rendere percorribile senza rischiare la vita la galleria che conduce verso lo svincolo per Fraine e Castiglione Messer Marino. Il calcolo è banale: serviranno poco meno di trenta milioni di euro e ovviamente «la Provincia di Chieti non è in grado di sostenere questi costi», come rimarcato dallo stesso Moro.
Tra le righe è chiaro il messaggio del consigliere Moro: il passaggio ad Anas è davvero l’unica speranza per la viabilità di confine tra l’Abruzzo e il Molise, perché solo la partecipata statale potrebbe essere in grado di ottenere, gestire ed impiegare le risorse necessarie alla messa in sicurezza non solo del viadotto sul Sente, ma anche della galleria “La Civita“.
Sistemare il viadotto tra Castiglione e Belmonte del Sannio, spendendo diciotto milioni di euro, sarebbe del tutto inutile infatti se poi dovesse essere chiusa al traffico, come annunciato dal consigliere Moro, la galleria ad esso collegata.
Quella galleria è una sorta di buco nero che inghiotte soldi pubblici da decenni. Gli ultimi interventi di messa in sicurezza risalgono a poco più di dieci anni fa, era il 2014, e in quella occasione, ultima di una lunga serie, venne speso mezzo milione di euro. Ora ne servono altri dieci di milioni, così dice in pubblica piazza il consigliere Moro. E la luce in fondo al tunnel della viabilità montana si affievolisce sempre di più.
Francesco Bottone
Quando fu scoperta la sorgente nelle immediate vicinanze della galleria, l’allora sindaco Zaccardi chiese di sospendere i lavori per immettere nella rete idrica la sorgente appena trovata, ma da Roma( on.Gaspari) arrivò l’ordine di continuare i lavori. Da allora l’acqua si è sempre infiltrata ed ora ne paghiamo le conseguenze