I problemi nascono quando salta anche il piano “B” e non c’è, perché nessuno ci ha pensato, un piano “C” al quale fare ricorso per evitare interruzioni di pubblici servizi. «Uno dei massi precipitati sulla carreggiata è quello che si vede lì accanto al segnale stradale, ma altri erano grandi più del doppio, quasi come una autovettura. Inoltre in quota erano pericolanti dei macigni enormi che, se precipitati a valle, avrebbero rischiato di occludere completamente la sede stradale. Per questo motivo abbiamo richiesto un sopralluogo da parte dei Vigili del fuoco all’esito del quale è stata chiusa al traffico la ex statale Istonia dal km 68 e 800».
Così il capo cantoniere della Provincia di Chieti, Maurizio Campati, che ha coordinato, nella mattinata di sabato, le operazioni di bonifica della sede stradale e della messa in sicurezza del costone roccioso in quota che sovrasta la ex statale Istonia, la cosiddetta “mulattiera“.
Nella giornata di venerdì erano stati segnalati dei massi in caduta sulla carreggiata, proprio all’uscita dell’abitato di Castiglione Messer Marino in direzione Belmonte del Sannio, nei pressi di una casetta cantoniera dismessa da anni e ormai diroccata. Enormi massi, alcuni grandi come una intera autovettura secondo il racconto del capo cantoniere del Chietino, avevano già invaso la sede stradale o minacciavano concretamente di precipitare su di essa, rappresentando un concreto pericolo per gli automobilisti in transito.
Il tracciato in quota della ex statale Istonia rappresenta, dopo la perdurante chiusura al traffico del viadotto sul Sente, l’unico collegamento viario tra l’Alto Molise e l’Alto Vastese, arteria di congiunzione tra due regioni confinanti.
Dopo un primo sopralluogo da parte del personale del comparto viabilità della Provincia di Chieti è stata richiesta una verifica più approfondita da parte dei Vigili del fuoco, nella speranza di non dover ricorrere alla chiusura al traffico veicolare. I tecnici del Corpo nazionale dei Vigili del fuoco, giunti dopo ore dal comando provinciale di Chieti, quando a due passi, appena al di là del confine, c’era a disposizione il personale del distaccamento di Agnone o eventualmente quello della sede principale di Isernia, hanno decretato che lasciare la strada aperta al traffico era troppo pericoloso.
Oltre ai massi caduti, infatti, il maggiore e concreto pericolo era rappresentato da un costone roccioso in quota, a ridosso della strada di servizio della centrale eolica, che minacciava di staccarsi e precipitare invadendo la sede stradale.
La Provincia di Chieti, ente proprietario di quel tratto di strada, dispone la chiusura al traffico, con la contestuale apposizione di transenne. Le stesse, tra l’altro, sono state rimosse da ignoti nel corso della notte. L’altra anomalia è che la Provincia di Isernia, gestore del tronco molisano, sia pure avvisata dell’accaduto, non ha disposto l’apposizione di transenne, né della opportuna segnaletica. L’unico collegamento con l’Alto Molise è rimasto dunque interdetto al traffico per tutta la durata della notte tra venerdì e sabato.
Sabato mattina, alle prime luci dell’alba, i mezzi meccanici della stessa ditta di Castiglione Messer Marino che sta lavorando anche al viadotto sul Sente, hanno operato per ripulire la carreggiata dai massi e soprattutto in quota per mettere in sicurezza il costone pericolante. Terminate queste operazioni, la strada è stata riaperta al traffico veicolare, intorno alle 8,40, alla presenza del capo cantoniere della Provincia, dei Carabinieri della locale stazione e della Polizia municipale.
Francesco Bottone