«Molte sono le parole che si spendono, in questa giornata, per combattere la violenza contro le donne. Altrettante, se non di più, sono, però, le donne che, ogni giorno e in solitudine, subiscono soprusi, abusi e violenze senza riuscire a ribellarsi o a fidarsi anche delle persone più vicine. È proprio questo silenzio che deve essere abbattuto e per farlo non è più sufficiente schierarsi, per un giorno, dalla parte di chi soffre, nascondendosi dietro la retorica, ma è diventato necessario ed urgente sostenere, concretamente, le reti antiviolenza, le istituzioni e le associazioni che raccolgono le testimonianze di chi, fortunatamente, può ancora renderle».
E’ la riflessione, mai banale, che arriva dai “Giovani per Agnone democratica” in occasione delle celebrazioni della giornata per dire basta alla violenza contro le donne. Anche le scuole di Agnone, ieri mattina, sono scese in piazza, con istallazioni di panchine e scarpe rosse, perché la violenza contro le donne la si blocca non solo con la repressione dei reati di genere e con la legge, ma prima e soprattutto con la formazione e la cultura. Dentro le scuole, appunto, sin dalla primaria, perché violenza è anche prendere in giro, schernire, isolare, bullizzare e via elencando. E’ prima ancora che dentro le scuole la battaglia culturale contro la violenza di genere parte da casa, tra le mura della famiglia, dove dovrebbero ad esempio essere messi da parte per sempre gli stereotipi, retaggi culturali del passato, che relegano le donne, le figlie e le madri ad un ruolo subalterno a quello dei maschi.
«È diventato indispensabile aprire gli occhi e le orecchie su un fenomeno strisciante e dilagante rispetto al quale spesso la donna si sente impotente e, addirittura, colpevole arrivando a chiedersi dove abbia sbagliato per dover subire tanta violenza. – chiudono i giovani Dem di Agnone – Ecco, questa vergogna da parte di chi subisce la violenza deve essere sradicata dal nostro substrato culturale per far comprendere che a sbagliare è chi commette la violenza non chi la riceve. E tutto ciò può partire solo dalla parola, dal dialogo e dalla fiducia».
E dalle scuole, aggiungiamo noi. E allora vedere ieri mattina le strade e le piazze di Agnone affollate di studentesse e studenti con i segni rossi sui volti è sicuramente un’immagine di speranza in futuro senza alcuna violenza di genere.
Francesco Bottone