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  • Welfare e sanità, Anci Molise si riunisce a Campobasso

    AGNONE. Si torna a parlare di sanità. Lo fa il Comitato Direttivo dell’Anci Molise in una riunione prevista per giovedì 17 luglio prossimo. Una riunione aperta anche ad appartenenti di associazioni di volontariato. Alle ore 10.30 presso la sede dell’Anci a Campobasso l’assemblea questa volta non vedrà la partecipazione del presidente Pompilio Sciulli.

    “Sono stato convocato con i miei colleghi, in pari data, ad una riunione indetta improvvisamente dal presidente nazionale Piero Fassino a Roma –esordisce Sciulli- Comunque la riunione di giovedì oltre alla sanità, quella specifica del territorio, si soffermerà anche sul welfare. Chiaramente le nostre aree interne, i paesi più piccoli della regione, hanno necessità ora più che mai di una capillare assistenza sanitaria. Nell’ottica della riforma in atto, deve essere dunque la sanità a disposizione degli ammalati che impropriamente vengono definiti utenti. La logica dei numeri e l’utenza magari penalizzano queste zone e gli abitanti che le vivono, ma chi soffre anche se uno solo, ha l’obbligo di poter beneficiare di quel diritto alla salute, così come lo hanno chi vive aree più popolate. I tagli e le contrazioni economiche attribuite alla sanità, agli ospedali di aree emarginate, non devono tradursi e significare che gli abitanti dei piccoli centri molisani devono poi arrangiarsi per un diritto costituzionalmente riconosciuto. Il welfare familiare, poi, comincia a mostrare segni di cedimento: tra il 2007 e il 2013 la spesa sanitaria pubblica è rimasta praticamente invariata (+0,6% in termini reali) a causa della stretta sui conti pubblici, mentre è aumentata, al contrario, la spesa di tasca propria delle famiglie (+9,2 per cento tra il 2007 e il 2012, per poi ridursi però del 5,7 per cento nel 2013 a 26,9 miliardi di euro). Cresce anche la domanda di assistenza per la popolazione anziana non autosufficiente. In Italia gli anziani che usufruiscono di assistenza domiciliare integrata sono passati da poco più di 200mila nei primi anni 2000 a oltre 532mila nel 2012, cioè dal 2,1 per cento della popolazione anziana (persone con 65 anni e oltre) al 4,3 per cento. La spesa complessiva per gli anziani è pari attualmente all’1,7 per cento del Pil, ma nel 2050 l’incidenza potrebbe arrivare al 4%, alla luce delle proiezioni demografiche. L’allungamento dell’aspettativa di vita, il marcato invecchiamento della popolazione, le previsioni di incremento delle disabilità e del numero delle persone non autosufficienti prefigurano bisogni crescenti di protezione sociale. Negli anni a venire l’incremento della domanda di sanità e di assistenza proseguirà a ritmi serrati. Una domanda che l’offerta pubblica però non potrà soddisfare. Il 72% delle famiglie –conclude Sciulli- dichiara che oggi avrebbe difficoltà se dovesse affrontare spese mediche particolarmente impegnative dal punto di vista economico. E quelle che vivono queste aree certamente non sono sa meno”.

    V.L.

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