AGNONE – Di spessore nazionale il convegno del 28 maggio 2016, che si terrà nel palazzo Bonanni di Agnone, dedicato al tema O con Garibaldi o con il re. Il clero del Mezzogiorno tra Risorgimento e Unità d’Italia”.
Nato da un’idea del Centro Studi Alto Molise “Luigi Gamberale”, concretizzatosi grazie all’impegno e all’interesse del prof. Sergio Tanzarella, e alla collaborazione del Rotary Club di Agnone e della Diocesi di Trivento, con la consulenza scientifica della Pontificia Facoltà Teologica dell’Italia Meridionale, il convegno vedrà la partecipazione di un gruppo di storici del cristianesimo provenienti da diverse istituzioni accademiche del sud Italia. Con le loro relazioni gli studiosi partecipanti dimostreranno quanto ancora sia aperto il cantiere delle ricerche locali sul Risorgimento nel meridione italiano. In particolare saranno recuperate le figure di alcuni preti e religiosi impegnati in vario modo nell’agone politico del tempo pre e post unitario. Ricerche originalissime che utilizzeranno materiali di archivio ancora inediti dalla Campania alla Calabria, dalla Puglia al Molise, cui si aggiungeranno nella prevista pubblicazione della ricerca articoli dedicati alla Sicilia, alla Basilicata e al basso Lazio. Proprio alla realtà molisana saranno dedicate ben 4 delle 9 relazioni, sottolineando così un impegno di studio teso al recupero della storia regionale. Si parlerà infatti di Giandomenico Lemme, di don Luigi Mucci, di Baldassarre Labanca e infine grazie ad Erminio Gallo – direttore dell’Archivio diocesano di Trivento – si potrà avere un quadro complessivo del clero molisano negli anni del Risorgimento. L’appuntamento è per sabato 28 maggio a Palazzo Bonanni a partire dalle ore 10,00.
“ Dobbiamo senza dubbio ringraziare il prof. Sergio Tanzarella, senza il cui impegno personale il convegno non sarebbe mai nato” afferma Ida Cimmino Presidente del Centro Studi. “ L’impegno che da anni il professore profonde per la valorizzazione del patrimonio culturale di Agnone è notevole e preziosissimo, forse non abbastanza riconosciuto. Si deve a lui, vale la pena ricordarlo, la riapertura degli studi labanchiani, con la splendida tesi di dottorato della dottoressa Silwia Proniewicz. Questo appuntamento di grande spessore, che si pone in linea con quelli organizzati negli ultimi anni, volti a riscoprire e valorizzare scampoli inesplorati della storia e della cultura dell’Atene del Sannio, può rappresentare un ulteriore campo di studi e di approfondimento. Il Centro Studi resta fermamente convinto della necessità di operare concordemente, unendo tutte le forze culturali ed economiche del territorio, per consentire ad Agnone di mettere a frutto l’enorme patrimonio archivistico e bibliotecario, e divenire un luogo di propulsione di studi e ricerche, emblematico per tutto il Meridione d’Italia.”
«Vorremmo che questo convegno di storia del cristianesimo – afferma Franco Di Nucci presidente del Rotary Club di Agnone – divenisse un appuntamento annuale, che servisse di esempio per altre iniziative di studio che restituiscano ad Agnone e all’Alto Molise un’antica tradizione di grande cultura che vide in Baldassarre Labanca, Luigi Gamberale e Ippolito Amicarelli i rappresentanti di un mondo di eruditi e ad un tempo di uomini impegnati nella promozione del sapere. Il futuro di Agnone è legato a questa capacità di divenire fucina di proposte culturali che ne facciano il luogo riconosciuto di incontro di studiosi; di modo che, grazie ad essi, possa essere valorizzato il tesoro dei nostri archivi e delle nostre biblioteche».
Conferma queste stesse idee Sergio Tanzarella, direttore dell’Istituto di Storia del cristianesimo della Pontificia Facoltà Teologica dell’Italia Meridionale: «Ci poniamo con convinzione al servizio della causa dell’Alto Molise – egli dichiara. Il Mezzogiorno non si risolleva con le illusioni delle industrializzazioni inquinanti o con il mito del petrolio, ma valorizzando il patrimonio di testimonianze che ci è stato lasciato. Un tessuto di memorie che attendono ancora di essere studiate e che costituiscono una identità che rischia di sbiadirsi. Il clero meridionale non reagì tutto allo stesso modo rispetto agli sconvolgimenti risorgimentali. Per quanto la materia sia stata oggetto di molti studi restano ancora tante storie che attendono di essere dissepolte, c’è ancora molto da studiare e da capire. Talune semplificazioni del passato non aiutano a cogliere la complessità della storia, soprattutto quando questa si fa carico di confrontarsi con le fonti e con la vita concreta delle nostre comunità locali».