AGNONE – Riceviamo dal gruppo politico “Nuovo Sogno Agnonese” e pubblichiamo:
«Gli attori della Sanità molisana si devono dimettere. In altre regioni sarebbe stato questo l’epilogo dei disastri a cui abbiamo assistito in questi giorni. I pasti per i pazienti di Venafro accatastati su un davanzale di finestra, sono un episodio disgustoso, inconcepibile e incivile, che non può essere addebitato solo a un fornitore incosciente. E’, invece, la dimostrazione che nel comparto si naviga a vista, fuori dai protocolli sanitari e organizzativi più elementari. Esseri umani trattati come pacchi postali, cose non si vedono più neanche nei campi profughi, sono l’esempio di professionalità e di strutture di comando assenti, ma soprattutto del fallimento della classe dirigente. L’emergenza coronavirus ha fatto emergere, ove ve ne fosse stato bisogno, la debolezza della Sanità molisana, ma soprattutto la mancanza di una guida all’altezza della situazione. In queste settimane è successo di tutto: vuoti organizzativi, decisioni prese e poi smentite, errori macroscopici, confusione, mancanza di professionalità e di capacità gestionali, ritardi, linee guida attuate in aperto contrasto con quelle ministeriali. Questo accade perché ai vertici dell’Asrem non ci sono le competenze giuste e quando il tuttologo Presidente della Regione, continua a dare battaglia alla struttura commissariale facendo, nel contempo, attenzione a non compromettere gli assetti politici. A pagare questo caos sono poi i cittadini, come gli anziani di Agnone e Cercemaggiore e tutti i molisani. Subito dopo l’emergenza, la comunità intera, a partire dai media, ai comitati civici, agli operatori sanitari e ai cittadini devono tracciare il resoconto di questo periodo, individuare i responsabili, a qualsiasi livello, e chiedergli conto. Non è possibile che in questa regione, nessuno paghi per i disastri che siamo costretti a subire. Non bastano le scuse di chi ha colpe gravi, non basta la condanna morale della comunità. Il Molise prenda coscienza che è il momento di intraprendere la strada dell’efficienza, dello sviluppo, delle buone pratiche, altrimenti la fine è dietro l’angolo».