BELMONTE DEL SANNIO – «Da noi il distanziamento sociale è naturale». Così il governatore del Molise, Donato Toma, al Corriere della Sera, parlando di un presunto “caso virtuoso” Molise in merito alla gestione dell’emergenza sanitaria.
Centri isolati per natura, auto-restrizioni e rete sociale: 100 comuni su 136 senza positivi, solo 15 le vittime, si legge nell’articolo di Fabrizio Caccia. «Incrociamo le dita – dice il governatore Toma – aspettiamo i risultati di 200 tamponi». La Caritas: «Molte famiglie però hanno perso il lavoro».
E ancora: «Trecentomila abitanti, suddivisi in 136 comuni, sparsi in 4.500 chilometri quadrati, paesini isolati, case con giardino, gente di montagna che non soffre la quarantena, «a Capracotta, 1.420 metri d’altezza, ci devi arrivare se proprio vuoi…». «Una densità così scarsa che da sola funziona più di un miliardo di mascherine» commenta Fabrizio Caccia. Così, ecco che 100 comuni su 136 oggi sono già virus-free, tra i loro abitanti cioè non figura neppure un malato di Covid.
E poi non vanno dimenticate le risorse del territorio, aggiunge il Corsera: «Chessò — continua il governatore — penso al paese di Belmonte, si ammala il panettiere, sette in isolamento, panificio chiuso. La gente che fa? Resta comunque in casa, perché qui le donne all’occorrenza il pane se lo sanno fare da sole». Può anche essere, anzi è sicuramente vero che le massaie di Belmonte sappiano fare il pane in casa (quelle anagraficamente più “esperte”, ndr), ma è altrettanto vero che tra i primi provvedimenti presi dalla sindaca, dopo i casi accertati di positività al Covid19, c’è stata proprio la stipula di una convenzione con un forno di Capracotta per fare arrivare il pane nelle case dei residenti di Belmonte. Ma questo Toma non lo sa, perché in Alto Molise, dove «ci devi arrivare se proprio vuoi…», lui non ci mette piede molto frequentemente… Preferisce fare il pavone sulla grande stampa nazionale spacciando per “casi virtuosi” di gestione dell’emergenze quelle che invece sono semplici conseguenze, per una volta positive, dello spopolamento e della marginalità di interi territori.
LEGGI L’ARTICOLO DEL CORRIERE QUI