ROMA – Torna sul palco, la Compagnia del Teatro Comico degli “Abruzzi” che nella Città eterna ha organizzato “La serata del Teatro dei dialetti dell’alto Sannio”.
In scena, questa volta, “Ru sciopərə də lə pətechə” uno spettacolo satirico recitato in otto dialetti. Lo spettatore, infatti vedrà gli attori recitare in agnonese, belmontese, caccavonese, caparacottese insieme alla tipica parlata di Castiglione Messer Marino, Schiavi di Abruzzo, Villa Santa Maria e Grassano.
La commedia, che verrà rappresentata il 23 novembre alle ore 17 e alle 21 presso il teatro di San Luca in Via Luchino del verme,50, è parte del palinsesto messo in piedi dalla nascente associazione Safinim.
Si tratta di una recita che fa sorridere ma anche riflettere su quanto poco si conoscano i modi di parlare di paesi vicinissimi. Ispirata al gesto di “Lisistrata”, opera greca scritta da Aristofane 400 anni prima di Cristo, racconta il tentativo di ribellione delle donne all’essere abbandonate dai loro mariti, impegnati in litigi per i terreni o per questioni paesane; storie vere e altre arricchite di fantasia, di una comunità dove predomina l’ignoranza.
« Promuovere il discorso di aggregazione del territorio con il teatro comico è una forma gradita per far accettare alla gente il concetto di appartenenza ad una unica radice culturale e sociale» scrive lo staff organizzatore in una nota indirizzata a “L’Eco”. «E’ un’azione che lo spettatore fa inconsciamente in quanto i dialetti, anche se di altri paesi, si comprendono e si distinguono facilmente, con la consapevolezza di come queste differenze non allontanano, ma uniscono».
Giovanni Giaccio
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