Proseguendo nei Pomeriggi Culturali, il Circolo San Pio di Agnone ha ospitato la dirigente scolastica Tonina Camperchioli e la docente Linda Marcovecchio per parlare della situazione attuale della Scuola in tempo di Covid19. Grazie a loro, sono stati esaminati tutti i problemi, sia dal punto di vista organizzativo che didattico, che il Covi19 ha portato con sé.
L’impatto è stato molto forte, il fenomeno sconosciuto, accompagnato da incertezze, timori, dubbi, esitazioni, ansie e preoccupazioni. Nessuno era pronto a questa evenienza. È iniziato il periodo di lockdown con tutte le incognite del caso. Ma la reazione della scuola in generale e di quella locale, in particolare, è stata sorprendente, sotto tutti i punti di vista, senza alcuna distinzione tra docenti e alunni, questi ultimi più pronti a recepire le novità che la pandemia portava con sé. Ma anche i docenti hanno dato il meglio di loro stessi, scoprendo attitudini all’innovazione che pensavano fossero inesistenti.
Il passaggio dalla didattica in presenza a quella a distanza, poteva rivelarsi disastrosa, invece ha riservato molte buone sorprese. Tutti hanno partecipato a migliorare il proprio sistema di insegnamento, da una parte, e di apprendimento, dall’altra, mantenendo fermo il concetto che la scuola deve creare competenza e non conoscenza. I risultati non sono facilmente misurabili ma si può affermare che la prima fase della pandemia, appena conclusasi, da una parte, ha fatto danni limitati, dall’altra, ha posto tutto il corpo insegnate di fronte all’imperativo categorico di dover assolutamente migliorare la propria competenza digitale che, già utile di per sé per la propria vita, diventa utilissima in situazioni come quella imposta dal coronavirus. Il Covid19 ha spaventato ma ha anche incanalato molte pigrizie verso un mondo nuovo già percorso con successo dai “nativi digitali” (bambini che metaforicamente nascono con lo smartphone in mano). Ha costretto a ripensare alla organizzazione delle aule e alla organizzazione della didattica. I nuovi mono-banchi vanno in questa direzione, come la fine delle classi pollaio, l’esigenza di una formazione attiva continua, l’importanza dell’aggiornamento degli strumenti didattici.
A settembre si torna a scuola, è deciso. Già dal 1° settembre, le scuole torneranno ad essere vive. Nuovi compiti ricadranno sulle spalle dei dirigenti scolastici: a loro viene chiesto uno notevole sforzo in più, rispetto agli standard normali come evitare gli assembramenti, regolando entrata e uscita dalla scuola, garantire il rispetto delle condizioni di sicurezza, in particolare, mantenere il distanziamento fisico di un metro, osservare le regole di igiene delle mani e tenere comportamenti corretti sul piano dell’igiene. Così come saranno loro a garantire la formazione e l’aggiornamento in materia di Didattica digitale integrata e COVID, nonché la redazione di un nuovo patto di corresponsabilità educativa per la collaborazione attiva tra Scuola e Famiglia. Come pure, dovranno assicurare che ciascun addetto della scuola osservi le norme previste; assicurare la pulizia giornaliera e la igienizzazione periodica di tutti gli ambienti predisponendo un cronoprogramma ben definito. Dovranno provvedere all’ isolamento di casi sospetti, in concordanza con la Asl locale. Al rientro degli alunni dovrà essere presa in considerazione la presenza di «soggetti fragili» esposti a un rischio potenzialmente maggiore nei confronti dell’infezione da COVID-19. Le specifiche situazioni degli alunni in condizioni di fragilità saranno «valutate in raccordo con il Dipartimento di prevenzione territoriale ed il pediatra/medico di famiglia, fermo restando l’obbligo per la famiglia stessa di rappresentare tale condizione alla scuola in forma scritta e documentata. È anche previsto un supporto psicologico per studenti e personale, con sportelli di ascolto e canali di comunicazione scuola-famiglia.
Per quanto riguarda, in particolare, Agnone, la chiacchierata ha fatto riemergere alcune realtà note e ancora da risolvere: si combatte con i numeri degli alunni che tendono a scendere, Agnone è inteso come un paese “distante” non solo per gli alunni ma anche per i pazienti dell’ospedale, tarda la realizzazione di un ostello o convitto nonostante, nella strategie delle aree interne, il Comune abbia da tempo predisposto il progetto relativo, non è previsto alcun pullman scolastico che raccolga gli alunni del territorio circostante e, soprattutto, non decolla una concreta rivisitazione degli orari dei pullman del servizio pubblico.
Resta la tenace ostinata ferma costante fiducia nel futuro da parte della classe docente locale che, tra mille difficoltà, proprio per sopperire a tutte le manchevolezze delle istituzioni, hanno ampliato l’offerta formativa con decine di iniziative (orto botanico, Laboratorio di chimica, laboratorio di fisica, robotica, informatica, …). Tonina Camperchioli e Linda Marcovecchio, due tenaci donne di Agnone, fanno parte a pieno titolo di questa ostinata classe docente in questa azione, a volte oscura e poco riconosciuta, che vuole evitare che, in Agnone, la situazione sociale peggiori.
Enzo Delli Quadri