Una vicenda tragicomica durata tre settimane, una reclusione domiciliare di fatto, spazzata via, in un colpo solo, dall’esito negativo dei tamponi.
Hanno dato esito negativo, infatti, i tamponi per la ricerca del Covid ai quali si sono sottoposti i componenti delle due famiglie di Agnone rimaste bloccate a casa, per via di un caso positivo tra i congiunti, per oltre tre settimane. La vicenda è ormai nota anche ai lettori perché la signora Liliana, moglie del paziente positivo, l’ha resa pubblica sulla stampa, coinvolgendo anche il sindaco Saia e il viceministro Sileri. Tamponi negativi per tutti, dunque, e si può finalmente tornare alla normalità, al lavoro, a scuola e via elencando. La domanda però resta legittima: se la signora Liliana non avesse contattato la stampa locale per raccontare la sua prigionia sanitaria di tre settimane, come sarebbe andata a finire la vicenda? Per quanto tempo ancora la sua famiglia avrebbe dovuto attendere per essere sottoposta all’agognato tampone? Domande indirizzate ovviamente all’Asrem, che resteranno senza risposta.