«Via libera in Emilia Romagna allo spostamento dei cacciatori tra comuni, anche se appartenenti a regioni diverse, per la prosecuzione dei piani di contenimento dei cinghiali. Regione Lombardia chieda altrettanto, dato che la caccia al cinghiale è necessaria per la sicurezza».
E’ quanto dichiara la consigliere regionale lombarda, Barbara Mazzali, che aggiunge: «Questi animali causano gravi danni alle produzioni agricole, oltre a rappresentare una seria minaccia alla circolazione stradale e sono un possibile veicolo di diffusione della peste suina africana. Quella precisazione arriva dalla Prefettura di Bologna, alla quale si era rivolta la Regione per una richiesta di chiarimento sull’interpretazione delle disposizioni che riguardano l’attività venatoria contenute nel Dpcm del 3 novembre. In Emilia Romagna può quindi proseguire l’attività venatoria rivolta alla caccia al cinghiale che viene svolta, precisa la Prefettura, “non solo dai cacciatori di selezione, che agiscono singolarmente, ma soprattutto dai cacciatori in braccata».
«Anche se la Lombardia è in Zona Rossa, – spiega la consigliere regionale – le motivazioni date dalla Prefettura di Bologna valgono anche da noi. Si tratta quindi di arginare un problema di sicurezza e per questo dovremmo seguire la stessa linea tracciata dall’Emilia Romagna. Non si può aspettare oltre perché i danni alle colture, gli incidenti stradali e il pericolo di peste suina non si fermano. Aggiungo anche, a margine, che tutta l’attività venatoria dovrebbe essere riaperta, in quanto necessaria per il controllo del territorio e per la gestione della fauna selvatica e in quanto si svolge in maniera del tutto sicura per quanto riguarda le regole anti contagio».