Un luogo d’ascolto dove i pazienti possano sentirsi liberi di esprimere contenuti, o il proprio silenzio, in una relazione semi-direttiva, per scoprire il mondo interno sonoro e utilizzarlo in chiave relazionale. Il tutto per “portare fuori” il proprio disagio in una chiave diversamente interessante.
Il progetto di musicoterapia definito “A voce libera” è stato promosso nella Comunità di riabilitazione psicosociale “La Conca” di Villacanale (Agnone), residenza con finalità riabilitative per utenti di lungodegenza e trattamento socio-residenziale.
L’iniziativa, voluta dalla presidente della struttura Giuliana Busico, nasce dalla collaborazione con la psicologa Floriana Di Pietro e l’insegnante di canto Nicole Massanisso.
L’obiettivo – spiegano i promotori – è quello di utilizzare la musica come mediatore terapeutico che procede mediante una regolazione dell’espressione emotiva. L’attenzione posta al rapporto esistente tra musica ed emozioni – aggiungono – nasce in riferimento al fatto che il paziente psichiatrico presenta spesso una dissociazione tra emozioni e pensiero. “La voce, dunque, non è semplicemente uno strumento ma è espressione di qualcosa che vive nel profondo, è parte dell’identità di ciascuno – spiega la dottoressa Di Pietro -. La voce, nasce dal respiro, dal corpo, risuona in esso e viaggia verso il mondo esterno per portare contenuti emotivi, nonché lanciare un segno della nostra presenza e del desiderio di comunicare. In essa si rivelano la stanchezza, l’insicurezza, l’insoddisfazione, la tensione, così come la serenità, gli slanci, l’energia e la voglia di scoprire e portare alla luce qualcosa di vitale e ancora inespresso che si sente di possedere. Possiamo coltivarla, allenarla per comunicare più efficacemente, per sentirci più fiduciosi, sicuri, radicati in noi stessi e liberi. Un filo indissolubile – conclude Di Pietro – lega la voce, il corpo e il fluire delle emozioni: l’espressione di sé è sempre creazione di uno spazio di relazione, un percorso di crescita personale attraverso cui mettersi in gioco e vivere la propria energia, conoscendosi e riconoscendosi”.