«Abbiamo accolto volentieri l’invito rivoltoci dalla diocesi di Termoli Larino e da altre realtà del Basso Molise di sostenere un progetto di medicina territoriale. Ovviamente, nel recepirlo, lo abbiamo integrato per adeguarlo alla nostra realtà territoriale montana». Lo ha dichiarato in aula, nel corso del Consiglio comunale, il vicesindaco di Agnone, il medico Giovanni Di Nucci.
Nella sua veste di assessore alla Sanità della Giunta Saia, il vicesindaco ha poi illustrato brevemente, agli altri consiglieri, i contenuti del progetto stesso. L’obiettivo è semplicemente la piena attuazione dell’articolo 32 della Costituzione. «La tutela della salute del cittadino deve essere la priorità delle nostre istituzioni» si legge nel documento che in estrema sintesi propone investimenti aggiuntivi nel settore sanità da destinare alla rete ospedaliera minore e soprattutto al rafforzamento dei servizi periferici sul territorio. Primo punto la digitalizzazione, che passa da un fascicolo sanitario elettronico alla telemedicina, quindi teleassistenza, teleconsulto, tele-refertazione con monitoraggio territoriale. Importante l’invio telematico delle immagini diagnostiche tra ospedali e medici sul territorio. Servizi territoriali che prendono sostanza nella rete dei distretti appunto.
«E’ nostra convinzione che se si vuol implementare la medicina di prossimità, tre distretti siano insufficienti, anche in considerazione della dispersione territoriale dei nostri comuni, e che sia necessario aumentarne il numero per offrire un servizio migliore, per ridurre la pressione sugli ospedali , ridurre il numero dei ricoveri inappropriati e le liste d’attesa, favorendo la presa in carico dei paziente da parte dei medici di famiglia, magari con l’ausilio di un infermiere di comunità presente e residente nel comune, prevedendo anche l’utilizzo di medici delle cosiddette Usca , create per la fase epidemica, ma utilizzabili in futuro, per ridisegnare una nuova modalità di assistenza domiciliare che segua il paziente in ogni fase di cura dalla malattia alla guarigione anche con l’ausilio del teleconsulto» ha precisato il vicesindaco Di Nucci. Un accenno alla cosiddetta casa della salute per poi approfondire il discorso sui dipartimenti di prevenzione.
«L’epidemia SARS-cov 2 ha evidenziato la necessità di riorganizzare e potenziare il Dipartimento di Medicina Preventiva al fine, almeno temporaneo, di continuare ad arginare l’epidemia riavviando il tracciamento dei contatti e le indagini epidemiologiche necessarie. – ha aggiunto Di Nucci – Per quanto riguarda il Dipartimento di Igiene mentale è utile ricordare quanto è stato fatto nell’ambito della Strategia nazionale aree interne, in cui il comune di Agnone è capofila, per la realizzazione futura di due centri diurni per i disturbi della sfera autistica che verranno localizzati nei comuni di Agnone e Trivento e per i quali si attendono le determinazioni conclusive della Asrem per dare la disponibilità di specialisti neuropsichiatri».
Nevralgico il tema dell’ospedale “Caracciolo”. «Il documento proposto assegna uno spazio anche al presidio ospedaliero di area disagiata montana nella rete ospedaliera evidentemente riconoscendo il valore di questo presidio nella risposta ai bisogni sanitari e nella economia di una zona interna che ha problemi di infrastrutture viarie, distante dai presidi spoke e hub, che ha difficoltà legate a eventi meteo/climatici invernali, problemi condivisi con il vicino Abruzzo. – ha puntualizzato l’assessore che proprio in quell’ospedale ha lavorato per decenni – Il “Caracciolo” ha subito negli anni un abbandono sotto i più diversi profili: del personale, delle apparecchiature, delle manutenzioni, dei servizi interni, che lo stanno portando alla inoperatività. E questo senza che si sia fatto nulla per tentare di rafforzare la medicina territoriale. Da parte della nostra amministrazione non si può che ribadire quanto è stato detto e ridetto in tutte le occasioni di incontro con il potere regionale e l’Asrem. E’ indispensabile riconfermare la sua esistenza nel prossimo POS, uscire fuori dal riconoscimento verbale , fare i concorsi per il personale ormai ridotto al lumicino e renderlo realmente operativo nelle forme previste dal decreto Balduzzi».
In merito alla cronica carenza di personale, Di Nucci è stato chiaro anche in altre occasioni: «Se si fanno contratti a tempo indeterminato i medici vengono a lavorare ad Agnone. Certo se invece si continua con contratti a tre mesi sarà difficile reperire personale». Di Nucci ha poi elencato i requisiti minimi per il “Caracciolo”: un Pronto soccorso, e non un Punto di Primo Intervento, efficiente ed efficace dove si possano compiere diagnosi rapide e stabilizzazione di casi complessi con successiva allocazione in base alla patologia da gestire nel reparto per acuti del Caracciolo o in altri ospedali in rete; Medicina con quattordici posti letto per acuti, più tre di day hospital e altrettanti di day surgery; attività di Day Surgery affidata a specialisti di altri nosocomi con possibilità di appoggio breve nell’area medica; Radiologia dotata di una nuova TAC con possibilità di invio e refertazione telematica; laboratorio analisi funzionale per tipologia di esami alle esigenze diagnostiche del Pronto soccorso e della Medicina.
«Il Recovery Fund prevede 43,4 miliardi per interventi di edilizia e parco tecnologico con infrastrutture digitali. – ha spiegato ancora il vicesindaco Di Nucci – Si ritiene, in conclusione, che sia possibile assicurare il buon funzionamento di tale presidio, rispondendo anche a criteri di sostenibilità economica, con l’assegnazione del 5% del Fondo sanitario regionale e la gestione da parte una figura manageriale o commissariale che svolga funzioni di direzione e coordinazione rapportandosi con la Asrem e Regione Molise». Il documento è stato posto ai voti e approvato a maggioranza.