Entro settembre tutti gli abruzzesi saranno stati vaccinati contro il Covid19. Presentata la campagna per la Fase 2, definite tempistiche e punti localizzati. Assicurare la vaccinazione anti Covid 19 entro il prossimo mese di settembre a tutta la popolazione abruzzese con l’attivazione di decine di Punti vaccinali territoriali localizzati. Aumenta il numero dei vaccinatori, definite le tempistiche per le diverse categorie.
E’ quanto previsto dal Piano regionale vaccinale per la Fase 2, presentato questa mattina a L’Aquila dal presidente della Regione, Marco Marsilio e dall’assessore alla Salute, Nicoletta Verì. Presenti anche il referente regionale per la campagna di vaccinazione, Maurizio Brucchi e Pierluigi Cosenza, direttore dell’Agenzia sanitaria. Il documento, elaborato dal Dipartimento regionale Sanità, in collaborazione con le Asl, la Protezione Civile e il referente per la campagna vaccinale, segue il percorso già avviato con l’ordinanza del presidente della giunta regionale n.1 dell’8 gennaio scorso (che disciplinava la vaccinazione del personale sanitario e degli ospiti delle Rsa e delle Rp) e la successiva circolare del Dipartimento Sanità del 12 febbraio (con cui si regolamentava la vaccinazione del personale scolastico e delle forze di polizia).
Recepisce, inoltre, le nuove linee guida del Piano vaccinazione nazionale approvato il 13 marzo scorso.
«Abbiamo messo in moto una macchina organizzativa capace di affrontare la sfida – ha detto il presidente Marsilio – in grado di rispondere alle esigenze di salute e e sicurezza dei nostri cittadini. Si sta facendo un grande sforzo di organizzazione che coinvolge non solo sanitari in servizio ma anche volontari, medici in pensione, a titolo gratuito, specie nelle piccole comunità. Per questo dobbiamo essere pazienti rispetto a qualche sbavatura che potrebbe presentarsi. Questa regione sta dimostrando di essere all’altezza del compito. Con l’attuale programmazione delle dosi raggiungeremo l’obiettivo nel mese di settembre. Se arrivano prima più dosi potremmo arrivare con qualche settimana di anticipo per stare fuori così dall’emergenza della fase critica».
La strategia della nuova organizzazione regionale passa dalla gestione centralizzata della prima fase, nella quale le vaccinazioni sono state eseguite soprattutto all’interno dei presidi ospedalieri o nelle strutture distrettuali delle Asl, a una gestione fortemente diffusa sul territorio, con un’articolazione che prevede l’attivazione di decine di Punti vaccinali territoriali localizzati in tutte le aree della regione.
Per garantire la capillarizzazione delle somministrazioni, oltre all’ampliamento della rete dei punti vaccinali, si procederà ad incrementare il numero dei vaccinatori, coinvolgendo i medicini di medicina generale, gli odontoiatri, i medici specializzandi, le equipe dell’assistenza domiciliare integrata (Adi), i medici sportivi del Coni, i medici competenti dei siti produttivi e della grande distribuzione, i medici convenzionati ambulatoriali, i pediatri di libera scelta, i farmacisti.
A questi si aggiungeranno figure sanitarie che vorranno prestare volontariamente la loro opera (sulla base di avvisi pubblici finalizzati a istituire una “banca delle ore” messe a disposizione dai professionisti per la campagna vaccinale) e alle quali la Regione provvederà a fornire la necessaria copertura assicurativa.
L’assessore Verì ha voluto portare i propri ringraziamenti al personale medico-sanitario. «A loro dico grazie per lo straordinario lavoro che stanno facendo. Se nella nostra regione siamo riusciti ad ottenere questi risultati è stato perché tempestivamente è scattato un sistema che ha lavorato bene e per l’impegno straordinario degli operatori in prima linea ogni giorno».
Sul fronte della logistica, il modello resta quello dei punti hub e spoke, così da definire puntualmente funzioni e compiti nel processo di somministrazione dei vaccini disponibili. I primi, oltre ad essere i centri di stoccaggio dei vaccini e distribuzione degli stessi nei centri spoke, rappresentano le sedi di vaccinazione permanenti.
I centri Spoke, invece, sono i Punti vaccinali territoriali, individuati da ogni azienda sanitaria per agevolare l’accesso alla vaccinazione di tutta la popolazione. Strategico, in questo processo, è il coinvolgimento dei sindaci, che collaboreranno con i referenti regionali per individuare luoghi collettivi dove ubicare i Pvt, come palestre, palasport, parcheggi e ogni altro spazio che sarà ritenuto idoneo allo scopo. Strutture complementari (in servizio da un minimo di 8 a un massimo di 12 ore al giorno) a quelle già esistenti, come gli ambulatori medici o i distretti sanitari di base. Oltre ai Pvt in sede fissa, ne saranno attivati anche di mobili, da utilizzare per la vaccinazione di coloro che vivono in zone disagiate o a bassa densità di popolazione.
Questi i centri Spoke distribuiti nelle varie Province: Teramo 35, Pescara 23, L’Aquila 24, Chieti 27.
E’ stata disciplinata anche la vaccinazione domiciliare per coloro che non possono lasciare in sicurezza la propria abitazione: i team vaccinali lavoreranno su turni di 10 ore giornaliere, nelle quali potranno eseguire 20 vaccinazioni (due ogni ora, compresi i tempi di percorrenza tra un’abitazione e l’altra).
Per quanto riguarda le tempistiche delle diverse categorie, in un primo momento si procederà in parallelo su 2 piani: completamento della vaccinazione delle categorie già inserite nella fase 1 (operatori sanitari e professioni sanitarie, compresi informatori scientifici e biomedici; forze armate, di polizia, soccorso pubblico; comunità residenziali; personale scolastico; personale delle procure e dei tribunali; disabili, fragili e loro caregiver) e avvio della campagna per le altre categorie in base all’età anagrafica, così come specificato nelle linee guida nazionali (età 70-79, 60-69, soggetti con età inferiore ai 60 anni con comorbilità non rientrante nelle categorie comprese nella fase 1, resto della popolazione).