«Le imprese dell’alto Molise dovrebbero mettere in campo oggi, dentro la crisi, uno sguardo largo al dopo pandemia, a politiche sinergiche, a tutti i livelli, orientate alla crescita, al digitale e all’internazionalizzazione dell’economia. Vanno prorogate le misure di sospensione di versamenti, tributi e la moratoria dei mutui per tutta la fase di emergenza». E’ la ricetta di rilancio dell’economia dell’entroterra montano dell’Alto Molise proposta da Amato Nicola Di Tanna, presidente dell’associazione “Progetto Capracotta”.
«La pandemia ha messo a nudo la fragilità della rete delle piccole e medie imprese artigiane dell’alto Molise, lasciate aperte dal governo e serrate dal mercato. – spiega Di Tanna – Non è solo un problema, pur grave, di perdita di mercato e di Pil, ma di cultura creativa che non sarà trasmessa alle future generazioni. La crisi è di portata devastante e le risposte necessarie devono essere straordinarie, immediate ed incisive. Le misure che da mesi sono in campo rispondono ad una prima emergenza di sopravvivenza, di conservazione. Per assoluta necessità il settore è aggrappato alle residue risorse proprie, agli ammortizzatori sociali, ai sussidi e agevolazioni di accesso alla liquidità. Ma non basta. Bisogna essere presenti come sistema Italia: rafforzare le reti di protezione alle singole imprese sul territorio offrendo agli artigiani servizi efficienti ed efficaci per la fruizione degli ammortizzatori sociali, di assistenza nell’accesso al credito, ai contributi a supporto del fermo di impresa. – continua il presidente di “Progetto Capracotta” – Nell’immediato vanno attivati tavoli di coordinamento delle istituzioni locali, in primis con la Regione Molise, per assistere le imprese sul territorio, per definire le priorità di crescita e per far partecipare fattivamente le imprese alle politiche regionali e nazionali di rilancio del settore.
Questa è la portata della crisi, consapevoli che in Italia il settore è depositario di un patrimonio inestimabile di sapere materiale, del saper fare, contribuendo in misura rilevante al primato del Made in Italy nel mondo».