Secondo un docente dell’Università di Teramo la pressione venatoria sulla specie cinghiale causa un aumento della popolazione anziché la sua diminuzione.
Secondo Coldiretti, invece, con il lockdown e il conseguente azzeramento dei prelievi, cioè degli abbattimenti, i branchi hanno subito un incremento di almeno il 15 per cento.
Essendo due affermazioni diametralmente opposte l’una all’altra, logicamente se ne deduce che una delle due è incontrovertibilmente falsa, cioè non corrispondente al vero.
I numeri invece, se la matematica non è un’opinione, mostrano che dal 2018 ad oggi si è passati dagli oltre mille abbattimenti ad appena 23, questo nella sola provincia di Teramo. Se fosse vera la teoria del professore avremmo dovuto assistere ad una sensibile diminuzione dei cinghiali. Invece le segnalazioni dei sindaci e degli agricoltori e gli stessi incidenti stradali aumentano esponenzialmente, dimostrando l’esatto contrario. E’ logica, non politica.
Francesco Bottone