Da qualche mese Poggio Sannita è popolata da un nuovo gruppo di abitanti, disseminati tra i campi, i vicoli, le piazzette le finestre ed i balconi di una cittadina orgogliosa della propria storia e bellezza. Si tratta dei babaci, pupazzi antropomorfi creati dalla fantasia e dalla creatività, con un pizzico di follia tutto poggese, di Maria Porrone e Fausta Mancini che si sono ispirate ad una tradizione diffusa nel nord est ed in particolare a Maranzana, piccola frazione dell’astigiano. A loro è venuta l’idea di realizzare anche a Poggio Sannita questi manufatti, realizzati a dimensione umana con materiali di recupero.
Ogni babacio ha una personalità, racconta una storia o un personaggio, rappresenta un mestiere di ieri o di oggi. Ci sono anche variopinte fioriere realizzate con pneumatici usati – chissà cosa ne penserebbe Greta Tunberg – ma non si tratta di una semplice operazione di abbellimento e di arredo urbano quanto di una intelligente azione culturale, un intervento ai limiti della land art. L’installazione dei babaci ha fatto discutere i poggesi. Qualcuno li trovava inquietanti nella loro immobilità, qualcuno si è spaventato vedendoli la prima volta.
Altri hanno osservato ironicamente che si trattava di un palliativo per cercare di riempire il vuoto demografico delle aree interne prodotto dall’emigrazione e dalla denatalità o della denuncia del fenomeno dello spopolamento. Qualche anziano, indispettito dal fatto che questi nuovi concittadini, così silenziosi e immobili, non rispondessero ai loro ripetuti buongiorno e buonasera si è lamentato della maleducazione delle nuove generazioni ed ha smesso di salutarli.
Oggi i babaci sono diventati un elemento caratteristico di un borgo ricco di angoli di meravigliosa bellezza che hanno trovato una occasione di autentica valorizzazione. Il passaparola dei social network, articoli e passaggi televisivi hanno prodotto una notorietà che ha attirato a Poggio Sannita numerosi turisti e ne ha fatto anche meta di viaggi organizzati. Un ottimo risultato, oltre le più rosee aspettative delle due coraggiose e generose signore che hanno visto premiare la loro iniziativa.
Attualmente le installazioni presenti sono 52, alcune provviste di cartelli esplicativi o poesie ispirate al gruppo, con 99 babaci in totale ed è prevista per le festività natalizie la realizzazione di un presepe. Resisteranno i babaci ai rigori dell’inverno? Vedremo, ma siamo certi che se risultassero danneggiati, i babaci troveranno una nuova generazione pronta a sostituirli, come per tutte le cose della vita, in un ciclo continuo di nascita, giovinezza, morte e resurrezione.
Italo Marinelli