L’Olympia vola in vetta nel deserto del ‘Civitelle’. Nel giorno in cui i granata agganciano il Termoli al primo posto in classifica, nell’impianto di viale Castelnuovo si registra il minimo storico di spettatori paganti: appena una ventina. Un dato sconfortante se si considera gli innumerevoli sacrifici fatti dalla società che ad inizio estate, dopo la retrocessione dalla serie D, ha allestito una rosa di tutto rispetto, oggi prima in classifica nella serie A del campionato regionale.
“Dove sono finiti i tifosi e la gente che pure ci aveva promesso sostegno e calore?”, la domanda di un amareggiato presidente Mario Russo al termine dell’incontro vinto contro il Castel di Sangro. “Se pensiamo all’andamento della stagione con una sola sconfitta alle spalle, il primo posto in graduatoria, un gioco spumeggiante e tra i migliori del torneo, ed ancora, un progetto che vede la valorizzazione dei giovani a costi bassissimi – sottolinea Russo -, la risposta dell’ambiente è disarmante”. Un pensiero, quello del numero uno dei Grifoni, che accomuna l’intera società, la quale ha deciso di portare avanti il discorso calcio ad Agnone.
“Di questo passo l’unica cosa da fare – annuncia deluso Russo – è smobilitare la rosa il che significherebbe vanificare l’ottimo lavoro portato avanti dai tecnici Michele D’Ambrosio e Antonio Dell’Oglio oltre ai responsabili dell’area tecnica: Paolo Scampamorte e Alessio D’Ottavio. Un impegno certosino e frutto di risultati sotto gli occhi di tutti. Ma ripeto: giocare le gare interne davanti a pochi intimi è una sconfitta per chiunque e sinceramente non vale più la pena programmare o fare investimenti per il futuro. Il primo ad essere dispiaciuto soprattutto con i ragazzi che la domanica scendono in campo, sono io, ma se questa è la realtà, meglio fare un passo indietro”. Lo sfogo di Russo suona come un campanello d’allarme che vede destinatario un pubblico imborghesitosi il quale la domenica preferisce disertare puntualmente l’impianto da gioco nonostante la classifica. E pensare che lassù vorrebbero esserci club e città dal grande blasone.