La vicenda della Fresilia è il compendio di gran parte dei mali italiani: burocrazia farraginosa, tempi biblici per arrivare al completamento di una infrastruttura che, nel caso di specie, viene definita opera strategica – e chissà allora cosa sarebbe accaduto se non fosse così rilevante per lo sviluppo del Molise -, ostacoli e intoppi che per essere risolti e sanati richiedono a loro volta il ricorso a procedure che – tra il dire e il fare – impiegano decenni.
La ricostruzione di questa storia tutta italiana non può che partire dal novembre del 1993. Ventinove anni fa, con delibera di Giunta regionale numero 4241, viene messa nero su bianco la necessità di un collegamento tra le Fondovalli del Trigno e del Biferno, opera indicata – già allora – come obiettivo strategico di sviluppo per l’intero Molise.
Cinque anni dopo, è il 1998, la Regione individua il tracciato da realizzare in direzione Sprondasino, riportato nella delibera di Giunta numero 727 del 18 maggio, approvata poi con delibera di Consiglio regionale il 30 novembre del 1999.
La delibera dell’Esecutivo arriva un mese dopo l’approvazione del Piano paesistico regionale (aprile 1998) con cui, nell’ambito della disciplina dell’Area n.4 “Della Montagnola — Colle dell’Orso”, vengono introdotti i vincoli che contrastano con la realizzazione del tracciato stradale della Fresilia.
Manca solo un mese al compimento dei 30 anni. Vincoli che esistono quindi, da 30 anni.
Dal 1999, la realizzazione della Fresilia viene inserita nei programmi di finanziamento regionale ma senza disporre alcuno stanziamento delle risorse necessarie e senza attivare le procedure di progettazione e realizzazione dell’intervento.
Opera strategica, sì, a parole: senza soldi, senza progetto e, ciliegina sulla torta, senza attivare nemmeno le procedure per la rimozione dei vincoli per rendere il tracciato stradale, individuato fin dal 1998, compatibile con le previsioni pianificatorie regionali di tutela del vincolo paesaggistico.
Passano sei anni, dicembre 2014. La Giunta regionale concede il finanziamento e nel 2017 viene determinato che la Provincia di Isernia si occuperà della redazione dello studio per il completamento della Fresilia in direzione Sprondasino.
Mai dire mai, verrebbe da dire: l’ente di via Berta provvede quindi alla redazione dello studio di fattibilità tecnico economica, approvato nel febbraio del 2019 e trasmesso alla Regione Molise per la concessione del finanziamento.
Con delibera di Giunta 115 del 12 aprile 2019, la Regione attiva il finanziamento di 40 milioni di euro per la realizzazione dell’intervento di collegamento trasversale tra le fondovalli Trigno e Biferno, individuando la Provincia di Isernia quale soggetto attuatore.
Nel marzo del 2020, la concessione del finanziamento da oltre un milione e 600 mila euro per i servizi tecnici, compresa la progettazione, relativi al completamento della Fresilia in direzione Sprondasino.
Assolutamente imprevista e imprevedibile arriva l’emergenza pandemica, l’Italia si ferma ma la Provincia di Isernia procede con la gara per l’affidamento dei servizi tecnici, nonostante il regime straordinario del periodo di lockdown.
Il progetto definitivo viene trasmesso alla Soprintendenza del Molise per l’acquisizione di un parere preliminare. Nel luglio del 2020, la stessa Soprintendenza ricorda i vincoli paesaggistici che ricadono sull’area interessata. Il tracciato però è quello individuato dalla Regione nel 2019 quando si è attivato il finanziamento e, in conseguenza di questo, previsto dai tecnici. In questo promemoria, la Soprintendenza richiama il vincolo previsto nel tratto ricompreso nel territorio di Civitanova del Sannio e anche quello che ricade sulla parte dell’opera che insiste nel territorio di Bagnoli del Trigno.
Si arriva all’ottobre scorso: su1 progetto redatto dai tecnici viene avviata la procedura di valutazione di impatto ambientale presso la Regione Molise e, nelle more, viene disposta la proroga al 31 dicembre 2022 del termine previsto per l’assunzione dell’obbligazione giuridicamente vincolante nell’ambito del finanziamento attivato con delibera di Giunta regionale n. 115 del 2019.
Il resto è cronaca recente: si paventa il rischio definanziamento per l’opera perché quel termine fissato al 31 dicembre 2022 potrebbe non essere rispettato.
Ed è il quotidiano Primo Piano Molise che ne scrive. É il 14 gennaio 2022.
Immediatamente e ovviamente, la notizia suscita timori e reazioni: Comuni, associazioni, comitati, operatori economici e cittadini delle zone maggiormente interessate alla realizzazione del terzo lotto della Fresilia chiedono di conoscere gli intendimenti della Regione.
A febbraio, la Provincia sollecita l’approvazione della variante al piano paesistico per il tratto previsto nel territorio di Civitanova e trasmette gli elaborati progettuali relativi a una ipotesi di variante, da approfondire da parte dei servizi competenti della Regione Molise.
Su richiesta dei sindaci interessati, il 7 febbraio scorso, si tiene una riunione tra la Provincia e i primi cittadini dei territori attraversati dalla strada da realizzare.
Come ampiamente prevedibile e previsto, dalla riunione emerge un fronte comune assolutamente contrario all’ipotesi che i fondi destinati alla Fresilia vengano riprogrammati e che quindi il terzo lotto sia definanziato. E i sindaci danno mandato al presidente della Provincia affinché solleciti la Regione Molise ad approvare la variante per rendere l’intervento compatibile con i vincoli paesaggistici che gravano sull’area interessata dal tracciato stradale, individuato nel 2019.
Il 21 febbraio, nel corso di un incontro in Regione sollecitato dai sindaci di Agnone e Frosolone, Saia e Ianiro in nome e per conto dei primi cittadini interessati alla realizzazione dell’arteria, emerge che l’iter per l’approvazione della variante non è stato avviato e viene prospettata la possibilità di usare i 40 milioni – destinati alla Fresilia – per altri interventi ma, ed è questo l’impegno assunto in via Genova, si lavora per individuare un’altra fonte di finanziamento (probabilmente con l’assunzione di un mutuo) per l’opera che sia compatibile con i tempi ritenuti necessari dalla Regione per il completamento dell’iter di approvazione del progetto e di realizzazione de1l’intervento.
Lunedì 8 marzo, la deliberazione unanime del Consiglio provinciale con la quale si chiede di evitare che l’iter di approvazione e realizzazione dell’intervento subisca un rallentamento o peggio una interruzione. Ove mai la riprogrammazione dei fondi dovesse essere l’unica ‘strada’, allora occorrerà garantire il mantenimento di un finanziamento adeguato, quanto a importo e tempi, che consenta la prosecuzione dell’iter. Ma, soprattutto, alla Regione si chiede di chiudere la decennale partita dei vincoli.
L.S.