Scene d’altri tempi a Castelguidone, con anziani in fila davanti ad una fontana per fare scorte di acqua, almeno per lavarsi. Da tre giorni, infatti, senza alcuna spiegazione plausibile da parte del centralino reclami della Sasi spa di Lanciano, sedicente gestore del servizio idrico integrato, dai rubinetti delle abitazioni non esce nemmeno una goccia d’acqua.
Non servono le macchine del tempo per tornare al primo dopoguerra, quando i bagni in casa erano un lusso e si andavano a svuotare pitali e vesciche nei campi, basta andare a Castelguidone, piccolo e abbandonato centro dell’Alto Vastese che non ha nemmeno un sindaco.
Da tre giorni ormai i rubinetti sono a secco, presumibilmente per una rottura importante a danno della rete idrica gestita, si fa per dire, dalla Sasi di Lanciano. Oltre a pagare lauti stipendi al personale e indennità al comitato di gestione, il “carrozzone” Sasi dovrebbe anche garantire, nel 2022 dopo la nascita di Cristo e in un paese che si definisce civile, l’erogazione di acqua potabile dalle utenze domestiche. Nel mezzo c’è stata la domenica e ovviamente le riparazioni eventuali sono rimandate ai giorni feriali. Un intero paese lasciato senza acqua corrente, succede questo, realmente, e non fa nemmeno troppo scandalo considerati gli standard della Sasi appunto.
Decine di utenti hanno segnalato il perdurante disservizio contattando il centralino della Sasi. Dall’altro capo del telefono la risposta quasi scontata: «Abbiamo già avvisato i tecnici che provvederanno nel più breve tempo possibile». Certo, centinaia di persone senza acqua corrente, la maggior parte anziani, e il gestore del servizio idrico che dice candidamente di attendere che i tecnici entrino in azione. In un paese normale la Prefettura avrebbe disposto l’invio di autobotti, perché si tratta di una vera emergenza, ma a Castelguidone, in fin dei conti, non c’è nemmeno un sindaco…