Hub vaccinale in Alto Molise: se funziona è merito dell’amministrazione comunale, se non viene attivato invece è solo colpa dell’Asrem. La tragicomica vicenda della quarta dose dei vaccini contro il Covid riempie le cronache locali di un’altra pagina di quella che è ormai diventata una saga. Per mesi e mesi l’amministrazione guidata da Daniele Saia ha avuto modo di gonfiare il petto e appuntarsi medaglie per aver effettuato la somministrazione dei vaccini contro il Covid praticamente a quasi tutti i residenti dell’Alto Molise.
Se non ci fosse stata la pandemia nessuno si sarebbe accorto dell’esistenza della Giunta Saia; grazie all’emergenza sanitaria nazionale, invece, anche l’assessore alla sanità Giovanni Di Nucci ha avuto il suo perdurante periodo di gloria: dall’essere semplicemente uno stimato medico in pensione è divenuto una sorta di supereroe che ha coordinato, nientedimeno, l’intera struttura delle vaccinazioni presso palazzo San Francesco. In sostanza non ha fatto nulla: un medico che ha guardato gli infermieri mentre somministravano vaccini a decine di migliaia di persone; nessun evento avverso, nessuna emergenza segnalata, tutto filato liscio come l’olio.
Non si comprende quali meriti possano essere intestati all’assessore alla sanità del Comune di Agnone, tuttavia i dispacci stampa dell’epoca, quelli autocelebrativi con l’hub vaccinale attivo appunto, hanno fatto passare l’operazione vaccini come una sorta di impresa epica condotta dall’amministrazione comunale, da narrare alle future generazioni. Tra l’altro la maggioranza ha più volte sottolineato di aver forzato la mano per fare in modo che l’Asrem attivasse anche ad Agnone, quindi in Alto Molise, un centro di vaccinazioni contro il covid. E giù prime dosi, quelle anche psicologicamente più importanti; poi le seconde e le terze, quelle di richiamo.
Il Comune che si è sostituito all’Asrem. Poi l’emergenza sanitaria è rientrata, la pandemia arretrata proprio grazie ai vaccini e i più o meno volontari dell’hub vaccinale attivato dentro l’aula del Consiglio comunale, una stranezza unica in tutta Italia, ma probabilmente anche in Europa o nel Mondo, non sono serviti più. Per fortuna. Poi viene fuori che bisogna fare la quarta dose, per i fragili, gli anziani e via elencando. Non un evento imprevisto e imprevedibile, perché già si parlava di quarta dose da mesi. L’amministrazione Saia, la stessa che ha scavalcato Asrem per attivare l’hub vaccinale dentro il Comune, si è distratta un attimo, forse presa dall’organizzazione degli eventi estivi, e il centro vaccini di Agnone è saltato.
Nessuna programmazione, nessuna visione a lungo termine. Però, mentre prima e fino ad oggi era stato tutto merito di Saia, Di Nucci e del “comandante generale” della Protezione civile, tale Mario Petrecca, ora che per fare la quarta dose bisogna andare a Campobasso o a Isernia è solo colpa dell’Asrem. «A seguito della mancata attivazione di un hub vaccinale anti-Covid per le quarte dosi ad Agnone, il sindaco Daniele Saia e l’assessore alla Sanità, Giovanni Di Nucci, si sono immediatamente interessati alla questione segnalando la problematica al direttore generale Asrem, al distretto sanitario e al dipartimento di igiene e prevenzione» si legge infatti in un dispaccio stampa della maggioranza di centrosinistra. Quell’«immediatamente» pare leggermente fuori luogo, atteso che in precedenza proprio l’amministrazione in carica ha preso l’iniziativa e di fatto imposto all’Asrem di attivare l’hub dentro palazzo San Francesco, fornendo appunto spazi fisici, uomini e mezzi all’azienda sanitaria.
Se Saia e Di Nucci si fossero mossi davvero «immediatamente» l’hub sarebbe attivo per le quarte dosi, invece la realtà incontrovertibile dice ben altro. «Durante le discussioni, – spiegano dalla maggioranza – l’amministrazione comunale ha avanzato proposte risolutive per dare esito positivo alla vicenda. Ulteriori aggiornamenti seguiranno nei prossimi giorni». Le «proposte risolutive» sono esattamente quelle delle precedenti campagne di vaccinazione: cioè effettuare iniezioni dentro la sala del Consiglio comunale. Se le avessero fatte in tempo, queste «proposte risolutive», non ci sarebbe stato nessun problema, ma così non è stato. Poi sicuramente è più comodo incolpare Asrem.
Francesco Bottone
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