Terzo lotto della Fresilia, il caso non è affatto chiuso. E lo dimostra la lettera che ieri è partita da via Berta all’indirizzo di via Genova. Una risposta, nei fatti, alla comunicazione arrivata in Provincia a firma del direttore del IV Dipartimento e indirizzata al presidente Donato Toma, all’assessore Vincenzo Niro e alla struttura competente per i Fondi Fsc con la quale, a fine settembre, si comunicava l’avvio formale della procedura di riprogrammazione dei 40 milioni di euro che sarebbero dovuti servire al completamento della transcollinare.
In sostanza, nella comunicazione si certifica che quelle risorse possono ritenersi libere per la programmazione, assumendo come certezza certa che non potrà essere rispettata la scadenza del 30 giugno 2023.
E qui c’è la prima notizia, di cui nessuno ha fatto ufficialmente parola fino ad oggi. Le obbligazioni giuridicamente vincolanti (cioè la proposta di aggiudicazione dei lavori) non devono essere più sottoscritte entro la fine di dicembre 2022 perché l’utilizzo dei fondi Fsc 2014-2020 (nei quali rientrano i famigerati 40 milioni di euro per il terzo lotto, forse nemmeno più bastevoli) è stato prorogato. E il termine per l’assunzione delle obbligazioni giuridicamente vincolanti è stato esteso fino al 30 giugno 2023 dall’articolo 56 del D.L. n. 50/2022 (che ha introdotto il comma 7-bis nell’art. 44 del D.L. n. 34/2019) nel caso di interventi infrastrutturali aventi valore finanziario complessivo superiore a 25 milioni di euro per i quali, «pur risultando la mancanza di obbligazioni giuridicamente vincolanti a giugno 2022, intervenga – entro il 30 novembre 2022 – una apposita delibera del CIPESS, volta a definire un cronoprogramma finanziario e procedurale, con specifici obiettivi iniziali, intermedi e finali e termini temporali di conseguimento, finalizzato proprio ad evitare il definanziamento».
Evitare il definanziamento, questa la ratio del provvedimento di proroga per l’utilizzo dei fondi.
Dalla Provincia, quindi, ieri mattina è partita la nota con la quale, richiamando le scadenze contenute proprio nella comunicazione del IV Dipartimento, in sintesi si riapre la partita: via Berta rispetterà il termine del 30 giugno non appena la Regione concluderà il procedimento autorizzatorio, termine ultimo il 31 marzo.
Della serie: ognuno faccia la propria parte, noi (in Provincia) siamo pronti a fare la nostra.
I 40 milioni che avrebbero dovuto essere ‘spacchettati’ e quindi che avrebbero dovuto finanziare progetti immediatamente cantierabili ma fermi per mancanza di risorse in numerosi comuni della provincia di Isernia sono quindi ancora ‘disponibili’ e con un importante lavoro di squadra potranno essere utilizzati per il terzo lotto della Fresilia, la sintesi del ragionamento.
«Al di là delle carte e delle note , ragionando insieme le soluzioni si trovano – spiega il presidente Alfredo Ricci con la solita cortesia mentre è impegnato in un incontro istituzionale -. E so che ragioneremo insieme agli altri enti per questo scopo comune».
Qualche ora prima, ai microfoni di Teleregione, il vertice di via Berta aveva rilanciato la necessità «di un impegno effettivo e corale di tutti i soggetti coinvolti. In base alla comunicazione ricevuta in Provincia, quelle risorse dovevano intendersi libere sul presupposto che non si sarebbe potuto rispettare il termine del 30 giugno 2023 per l’obbligazione giuridicamente vincolante. Il punto è che, sulla base delle loro indicazioni, se la Regione concluderà il procedimento autorizzativo entro il 31 marzo 2023, la Provincia sarà in grado di rispettare quello successivo, fissato al 30 giugno 2023. Il completamento della Fresilia è strategico e centrale per l’intera provincia e per la regione – rimarca ancora il presidente Ricci – non possiamo rinunciare. Noi come Provincia non rinunciamo, attendiamo che l’impegno sia effettivo e corale da parte di tutti per arrivare all’obiettivo».
La Provincia non si arrende, quindi. Non alza bandiera bianca.
«Il territorio tutto non si arrende – commenta ancora Ricci -. E io sono parte di quel territorio che vuole un futuro. Dobbiamo garantirglielo anche con questa opera. No, non mi arrendo affatto».
ls