Anche un traguardo accademico, un qualcosa di prettamente personale dunque, può divenire veicolo di impegno sociale, di riflessione collettiva, se alla base c’è una mente aperta e sensibile. Laurea magistrale in Politica, Amministrazione e Organizzazione per la consigliere comunale di maggioranza Michela Cerbaso. La giovanissima amministratrice del Comune di Agnone ha brillantemente discusso, nei giorni scorsi, presso l’Università di Bologna, la tesi di laurea magistrale dal titolo “L’evoluzione della selezione del personale. Nuove occasioni e nuove sfide“.
E la consigliera, neo dottoressa, ha voluto dedicare la sua tesi alle studentesse e agli studenti che si sono tolti la vita a causa delle pressioni nel percorso universitario. «Sento il bisogno di essere franca e di non nascondermi dietro il titolo di Laureata Magistrale in Politica, Amministrazione e Organizzazione. – spiega Cerbaso – Questo percorso universitario, iniziato in concomitanza con un bellissimo mandato di consigliera comunale della mia Agnone, è stato tutto tranne che in discesa. Un percorso che ho sempre, con tutta me stessa, cercato di coniugare con l’impegno per la mia collettività in tante forme diverse, pur non togliendogli l’importanza che aveva ed ha per me e per la mia famiglia.
Costante, specialmente all’inizio, era la sensazione di non essere abbastanza. Per quanto facessi veniva prima quello che non riuscivo a fare; per quanti chilometri percorressi aveva più importanza dove non riuscissi ad arrivare. Per me prima che per gli altri. A un certo punto, però, guardandomi intorno mi sono accorta che quello che sentivo non era solo mio ma era collettivo, anzi era un dolore generazionale. Mi sono resa conto che quello stesso modo di pensare, quell’ossessione per la prestazione, quel rifiuto della fragilità e del fallimento stavano facendo del male a tutti i miei coetanei. Quella stessa cultura dell’eccellenza che a me stava togliendo il respiro e il sonno, a tante e tanti stava facendo molto di più. A qualcuno stava togliendo anche la vita. Così mi sono trovata a mettere in discussione tutto, a cambiare il punto di vista. E se non fossimo noi il problema? C’è qualcosa, nella nostra società, che va corretto e radicalmente cambiato».