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  • Il sindaco Saia: «La nostra resistenza è contro lo spopolamento e i diritti negati»

    «A distanza di 78 anni dalla Liberazione della nostra Nazione, sentiamo sempre forte la necessità e la volontà di celebrare insieme questa ricorrenza: in questa giornata così importante, in ogni paese della nostra Italia ci ritroviamo uniti dal medesimo spirito di riconoscenza per quanti, sacrificando la loro stessa esistenza, scelsero di stare dalla parte della Libertà e della Giustizia, dando vita ai fondamenti di uno stato moderno e democratico». E’ un passaggio del discorso declamato nella mattinata di ieri, in piazza Unità d’Italia, davanti al monumento ai caduti, dal sindaco di Agnone, Daniele Saia.

    Folta la partecipazione della comunità agnonese alle celebrazioni: presenti anche rappresentanti delle scuole, delle associazioni culturali e sportive, come la scuola calcio dell’Olympia Agnonese. Il sindaco, insieme alle autorità militari della città, ha deposto una corona di alloro ai piedi del monumento ai caduti, omaggiando la memoria di chi ha versato il suo sangue per difendere il tricolore e soprattutto la libertà del popolo italiano.

    «Non dobbiamo dimenticare ciò che è accaduto in quegli anni, – ha aggiunto tra gli applausi il primo cittadino – trasmettendone la memoria alle nuove generazioni e dobbiamo vigilare affinché non si ripetano mai più gli orrori dei totalitarismi e della soppressione della libertà. Siamo qui sotto il tricolore per rivivere il momento fondativo della nostra Repubblica. Mi piace ricordare le parole del Presidente Einaudi, nel giorno del suo insediamento nel 1948, davanti al Parlamento italiano, con le quali definì due dei principi cardine della Costituzione della Repubblica Italiana, cioè la libertà e l’uguaglianza: “Essa afferma due principi solenni: conservare della struttura sociale presente tutto ciò e soltanto ciò che è garanzia della libertà della persona umana contro l’onnipotenza dello Stato e la prepotenza privata; e garantire a tutti, qualunque siano i casi fortuiti della nascita, la maggiore uguaglianza possibile nei punti di partenza”. E’ importante quindi non dare mai per scontati i diritti di cui godiamo oggi, – ha sottolineato Saia – così faticosamente conquistati e difesi anche con il sangue. Li dobbiamo vivere, difendere ed esercitare insieme ai doveri che non devono rimanere solo sulla carta, ma devono essere vissuti e interpretati da ogni singolo cittadino ogni giorno.  Questo è il nostro omaggio più vero e concreto a tutti coloro che ricordiamo qui oggi e che si sono battuti per la Libertà». Poi il primo cittadino è passato dalla storia e dalla memoria alla concretezza del presente, parlando dei diritti, quelli che spesso sembrano calpestati dalle stesse istituzioni nelle zone interne dell’Alto Molise.

    «La Libertà non può che accompagnarsi al pieno riconoscimento dei diritti umani. – ha scandito Saia – Non possiamo dimenticare infatti che tra i principi fondamentali della nostra Costituzione, all’articolo 2, vi sono proprio i diritti umani. E i diritti umani e la loro negazione, purtroppo, ci riportano anche all’attualità più stretta, all’immane tragedia umana che sta insanguinando il fronte orientale dell’Europa, la contesa tra Russia e Ucraina: nel 2023 registriamo purtroppo ancora mire espansionistiche, regimi dispotici che sopprimono diritti e libertà che si davano universalmente accettati, torture e rastrellamenti di civili.  Lo stesso purtroppo accade in altre parti del mondo dove si combattono altre guerre sanguinose. Tutto ciò, proprio in memoria dei valori che celebriamo oggi, è intollerabile e dimostra quanto ancora c’è da fare per diffondere e praticare gli ideali della Liberazione in tutto il mondo».

    A seguire un impegno alla cittadinanza attiva, a fare qualcosa per il proprio paese: «L’insegnamento che dobbiamo cogliere da quegli uomini e donne che hanno lottato per gli ideali di Libertà e Democrazia è quello di vivere la nostra comunità come soggetti attivi, contribuendo in tal modo alla crescita morale ed economica della stessa, soprattutto in un momento particolare come quello che stiamo tuttora attraversando, dove le difficoltà delle persone siano da stimolo al sentimento di umanità. Chi, quel 25 aprile, è sceso dalle montagne con il tricolore in mano, ci ha spiegato la forza della partecipazione, ci ha dimostrato la semplicità dell’altruismo. Non smettiamo, dunque, di vivere la comunità di cui siamo parte». Ha poi citato Antonio Gramsci, il sindaco: “Mi sono convinto che quando tutto è o pare perduto, bisogna rimettersi tranquillamente all’opera, ricominciando dall’inizio”. Anche noi, abitanti di questi incantevoli territori di montagna, che da tempo affrontiamo tenacemente la lotta allo spopolamento e all’abbandono del territorio dobbiamo dare prova di “resistenza”, coraggio  e volontà per la ripartenza della nostra comunità e auspicare una rinascita, civile, economico e sociale di tutto il Paese». E a chiusura della sua allocuzione, il primo cittadino ha citato il Presidente della Repubblica Mattarella: «Ricordare è dimensione di impegno. È dimostrazione che, contro gli araldi dell’oblio, la memoria vince».

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