«Che nelle sue linee programmatiche il presidente Roberti non avesse sprecato nemmeno una parola per i diritti delle donne e per le politiche di genere non è stato un buon presagio. E quello che temevo si è poi subito verificato. Il Governatore, fuori tempo massimo, ieri pomeriggio ha chiuso, infatti, la sua Giunta regionale composta da soli uomini, con nomine espressione di un retaggio medievale e di discriminazione».
E’ il duro commento della consigliera regionale Micaela Fanelli alla recente nomina regionale da parte del Presidente. Un problema, quello del mancato rispetto delle cosiddette quote rosa, che in Molise è dilagante, a partire dai tanti Comuni dove le donne sono estromesse dalla pubblica amministrazione. In questi giorni hanno fatto cronaca i casi di Sessano del Molise, finito all’attenzione del Tar, e quello di Belmonte del Sannio, dove si è deciso di scomodare addirittura il presidente Mattarella. D’altro canto se le Prefetture non aprono bocca sul mancato rispetto delle quote rosa nelle Giunte comunali, ovviamente poi il Governatore si sente autorizzato a comporre la sua bella Giunta “maschia”.
«Un esecutivo ancora una volta illegittimo perché in contrasto con gli articoli 122; 3; 51; 117 della Costituzione; con la Legge 165/2004 e soprattutto con l’articolo 6 dello Statuto della Regione Molise e con la Legge elettorale regionale che punta a favorire l’equilibrio di genere. – riprende la consigliera Fanelli – Inaccettabile e gravissimo che in Molise la storia sia destinata a ripetersi con un esecutivo che già si è mostrato in totale continuità con la precedente Legislatura targata Donato Toma».
«Ma la situazione è ora peggiore di prima dato che, con una premier donna al comando del Paese, lo stesso gruppo politico alla guida del Molise ha pensato bene di fare scelte in totale controtendenza non solo delle leggi, ma anche del suo stesso partito trainato proprio da una donna. Insomma, decisioni persino politicamente incomprensibili. – riprende Fanelli – Perciò, dinanzi a una mancata rappresentazione di genere in Giunta chiediamo a tutti i soggetti che devono esercitare il proprio ruolo, a partire dalla Consigliera di Parità della Regione Molise, di esprimersi e agire dinanzi a questo ennesimo gesto di disprezzo di Roberti, contro il quale faremo ricorso e, insieme a tutte le donne che hanno condotto finora questa lotta di principio e di valore, impugneremo i provvedimenti di nomina. Chiameremo chi vuole a unirsi alla battaglia. Singoli ed organizzazioni ci auguriamo mostrino tutto il loro sdegno».
«Continuiamo a restare profondamente convinti che, soprattutto oggi, serva garantire il pieno esercizio dei diritti ed eliminare le disuguaglianze di tutti i tipi, a partire da quelle di genere. – chiude Fanelli, che però sul “caso” di Belmonte del Sannio, ad esempio, non ha detto mezza parola – Non possiamo rimanere inermi dinanzi a un treno della politica e dell’uguaglianza che deraglia dai binari della legalità e del rispetto, con donne candidate nel centrodestra che, ad oggi, sono servite unicamente a dare un vertice composto di soli uomini».