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  • Chiese e musei chiusi ad Agnone, serve un’intesa Curia-Regione sul modello Napoli

    Un problema che si ripresenta puntuale come un orologio svizzero. E’ quello di un patrimonio architettonico e culturale costituito da chiese e musei che il più delle volte turisti e visitatori trovano sbarrato. Antichi e monumentali immobili di proprietà della Chiesa che tuttavia non riesce ad assicurare la totale e quotidiana apertura. Un gap mai superato che non dà merito e non fa onore ad Agnone, cittadina tra le dieci finaliste a Capitale italiana della cultura 2026. La problematica ribalza all’indomani della manifestazione ‘Rintocchi di Pace’ che ha visto registrare in città centinaia di presenze.

    Oggi il tema va affrontato seriamente partendo dall’amministrazione comunale con il coinvolgimento di Diocesi di Trivento e Regione Molise. E’ quanto auspicano i soci della Cooperativa onlus S.E.L.F. nata con l’obiettivo di offrire servizi per l’infanzia e l’accoglienza turistica. Dopo aver aperto la sede sul centralissimo corso, la presidente Lilliana Pannunzio e il suo vice, Saverio La Gamba si dicono pronti a “gestire” le 11 chiese del centro storico: San Francesco, Sant’Emidio, Sant’Antonio, l’Annunziata, Sant’Amico, San Nicola, San Pietro, San Marco, San Biase, Santa Maria di Maiella, Santa Croce. Un’idea sul modello di quanto si verifica a Napoli dove negli ultimi giorni Curia e Regione Campania hanno sottoscritto un patto che vedrà 100 ragazzi del territorio scendere in campo per custodire e manutenere nove chiese monumentali del centro storico, compresa la cattedrale. La sfida è quella di mantenere l’accesso a questi luoghi, nonché creare possibilità di lavoro, sottolinea dal capoluogo partenopeo don Antonio Loffredo, coordinatore del progetto. Così le chiese saranno aperte tutti i giorni dalle 10 alle 17.

    “Crediamo che questa iniziativa che arriva da Napoli, possa essere ripetuta anche ad Agnone – afferma Saverio La Gamba –. Ma oggi – aggiunge – sarà compito del Comune gettare il seme affinché si possa trovare una intesa con la curia vescovile di Trivento, titolare degli immobili. Noi siamo pronti a fare la nostra parte”. Ma tenere aperte le chiese, tra corrente elettrica, pulizia e vigilanza, costa denaro. E allora ecco che sempre dal golfo arriva la ricetta.

    “Per realizzare l’ambizioso progetto la chiesa si doterà di una Fondazione di Partecipazione – rimarca don Loffredo – Una forma di azionariato popolare per sostenere i posti di lavoro dei giovani che provvederanno all’accoglienza dei visitatori e alla cura delle chiese”. Intanto ad Agnone, La Gamba e Pannunzio ci credono. “Rivolgiamo l’appello ai nostri giovani, in particolare agli studenti degli istituti superiori, affinché possano avvicinarsi a questa proposta che, sono sicuro, rivoluzionerà l’offerta e l’accoglienza turistica locale. Dal canto nostro – sostengono entrambi – li supporteremo tramite la formazione ma indispensabile sarà capire le loro intenzioni. Siamo di fronte ad un bivio: o mettiamo in campo tutte le nostre risorse a disposizione, altrimenti continueremo a vivacchiare tra rimpianti e speranze”.

    Come per quanto accade in Campania, a giocare un ruolo importante la Regione, che tramite fondi mirati potrebbe finanziare impianti di videosorveglianza da installare nei luoghi sacri e nei musei. Anche in questo caso serve agire sedendosi ad un tavolo per pianificare le mosse future. Nella sede della Cooperativa S.E.L.F, in via Matteotti, tra telefonate e carte da compilare, si lavora alacremente. “Il progetto è valido e al contempo fattivo – concludono Saverio e Lilliana – ma per renderlo operativo occorre l’impegno e la volontà di istituzioni e mondo ecclesiastico”. Come dire: a buon intenditor…

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